Abstract
Titolo
Valutazione del danno genetico mediante ibridazione in situ fluorescente (FISH) in linfociti di soggetti esposti professionalmente a radiazioni ionizzanti
 
Autori
Fabio Carbone a,b, Francesca Maffei a, Hanna k. Lindberg b, Sabrina Angelini a, Giorgio Cantelli Forti a, Hannu Norppa b and Patrizia Hrelia a. a Dipartimento di Farmacologia, Università di Bologna, via Irnerio 48, 40126 Bologna, Italy. b New Technologies and Risks, Work Environment Development, Finnish Institute of Occupational Health, Topeliuksenkatu 41aA, FI-00250 Helsinki, Finland.
 
Abstract
Il test dei micronucleo (MN) col blocco della citodieresi è comunemente impiegato per valutare l’esposizione occupazionale ad agenti mutageni e cancerogeni. I MN si formano alla fine di una divisione cellulare dalla condensazione di frammenti acentrici di cromosomi, oppure da interi cromosomi che durante la migrazione ai poli nell’anafase rimango indietro e quindi esclusi dal nucleo principale. Solitamente l’ibridazione in situ fluorescente (FISH) con sonde per le regioni centromeriche viene utilizzata per distinguere i MN contenenti cromosomi interi (C+MN) da quelli che contengono frammenti (C–MN). Tuttavia, sono molto scarse le informazioni riguardo la presenza dei diversi tipi di frammenti cromosomici o cromatidici nei MN. Nel presente lavoro sono state applicate simultaneamente sonde Pan-centromeriche e Pan-telomeriche per studiare e caratterizzare il contenuto dei MN in linfociti di 21 soggetti esposti professionalmente a bassi livelli di radiazioni ionizzanti e 21 soggetti di controllo. Per ogni gruppo in studio, la presenza e il numero del segnale centromerico (C+) o telomerico (T+) è stata valutata in almeno 1050 MN (circa 50 MN per soggetto). L’analisi ha permesso di stimare la proporzione di MN contenenti frammenti terminali/interstiziali, frammenti acentrici/centrici, frammenti di tipo cromosomico/cromatidico e interi cromosomi/cromatidi. I dati ottenuti indicano che la frequenza di MN contenenti solo il segnale T+, presumibilmente contenenti frammenti acentrici terminali (C–T+MN), era circa due volte più alta negli esposti (2.15±0.97) che nei controlli (0.91±0.78; P=0.011). In entrambe i gruppi, la maggior parte dei C–T+ MN aveva un segnale T+ solamente, contenente quindi un frammento di tipo cromatidico. La restante parte aveva invece 2 segnali T+, ossia un frammento di tipo cromosomico. Tuttavia, confrontando i due gruppi in studio, si osservava che negli esposti la proporzione (39%) di C–2T+ MN tende ad aumentare rispetto a quella dei controlli (26%; P=0.068, Fisher's exact test, two-tailed). Quando sono state considerate le frequenze di MN contenenti interi cromosomi (C+MN e C+T+MN) non è stata osservata nessuna differenza statisticamente significativa. La maggior parte dei C+T+MN conteneva 1 segnale C+ e 1 o 2 segnali T+ probabilmente contenenti un singolo cromatide, piuttosto che entrambe i cromatidi fratelli. Queste evidenze suggeriscono che l’esposizione a bassi livelli di radiazioni ionizzanti aumentano la frequenza di MN contenenti frammenti acentrici ed in particolare, quelli di tipo cromosomico. Lo studio dimostra inoltre che l’uso di sonde Pan-centromeriche e Pan-telomeriche, non solo aumenta la sensibilità del test del MN nel rivelare il danno indotto dall’esposizione a bassi livelli, ma permette anche di caratterizzare il danno in termini di MN contenenti frammenti di tipo cromosomico o cromatidico.