Abstract
Titolo
TASSO O ROSMARINO? DIAGNOSI INATTESA DI UNA GRAVE INTOSSICAZIONE DA TAXUS BACCATA
 
Autori
Panzeri C(1), Zavaritt A(1), Faraoni L(1), Guidetti V(1), Ferri F(2), Bacis G(1)
(1)Centro Antiveleni di Bergamo e (2) Anestesia e Rianimazione Cardiochirurgica, Ospedali Riuniti, Bergamo, Italia
 
Abstract
Introduzione: Il tasso (Taxus baccata) è una conifera sempreverde conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà "velenifere", noto anche come "albero della morte" perchè si avvelenavano le frecce sfregandole con le sue foglie. Viene citato da Giulio Cesare in riferimento a Catavulco, re degli Eburoni, che si diede la morte con foglie di tasso piuttosto che cadere prigioniero. Le piante adulte sono patrimonio di giardini e parchi storici, quelle più giovani si prestano all’arte topiaria per formare le geometrie ornamentali delle siepi. Le parti velenose della pianta sono le foglie e i semi contenuti nei piccoli frutti rossi, gli arilli, questi ultimi non tossici. E’ sufficiente l’ingestione di un rametto, circa 150 foglie, per avere effetti potenzialmente mortali. Gli effetti tossici del Taxus baccata sono principalmente cardiaci: le tossine, taxina A e taxina B, la più cardiotossica, bloccano i canali del sodio e del calcio con gravi effetti aritmici. I sintomi compaiono da 30 minuti a tre ore dall’ingestione e sono nausea, vomito, dolori addominali, ipokaliemia, aritmie (BAV I-III , TV, FV), QRS allargato, ipotensione e shock cardiogeno, midriasi, cefalea, vertigini, convulsioni e coma .Per ingestioni di piu’ rametti la morte può sopraggiungere entro 30 minuti (1).
Caso clinico: uomo di 50 anni e 65 kg di peso, agricoltore, attività sportiva intensa, ha sempre goduto di buona saluta anamnesi negativa per farmaci. La mattina dell’evento il paziente viene trovato a terra con dubbia perdita di coscienza ed episodio di vomito con epigastralgia. Soccorso dal 118, viene trasportato in ospedale per sospetto IMA. All’ecocardio viene rilevata severa dilatazione ventricolare destra con ventricolo sinistro normocinetico. Dopo intubazione viene eseguita coronarografia che riscontra coronarie indenni. Per presenza di un QRS allargato (320 ms) viene eseguita cardioversione elettrica per sospetta TV senza efficacia. Successivamente, dopo inizio dell’infusione di amiodarone, viene eseguita la contropulsazione aortica (IAPB) e posizionato catetere di Swan-Ganz (pressioni misurate: atrio dx 8-10 mmHg, arteria polmonare 25-30 mmHg). Nonostante IAPB e inotropi ev (adrenalina, noradrenalina, isoproterenolo) persistono bassi valori di pressione arteriosa. Trasferito in rianimazione cardiochirurgica per monitoraggio emodinamico viene eseguita ecografia transesofagea con riscontro di disfunzione ventricolare destro e sinistra con desincronizzazione intraventricolare sinistra e tachiaritmia incontrollabile. Nella nottata viene deciso l’impianto di ECMO (Extracorporeal Membrane Oxygenation). Le ipotesi diagnostiche prese in considerazione a questo punto sono la displasia aritmogena del ventricolo dx, miocardite (esclusa per la rapida ripresa dell’attivita contrattile) e tossica (CO, droghe d’abuso, antidepressivi triciclici, pesticidi, digitale e farmaci antiaritmici). Tutte le indagini tossicologiche eseguite risultano negative. In terza giornata viene rimossa l’ECMO per buona ripresa della cinesi e della contrattilita miocardica. In settima giornata prima e ripetuta emissione di feci che, come riferito dalle infermiere, sembrano contenere elevati quantitativi di "rosmarino". Consultato il tossicologo, viene immediatamente presa in considerazione l’ipotesi di una grave intossicazione da tasso. Tale ipotesi viene confermata dall’esame botanico su un residuo fecale recuperato. La moglie a questo punto riferisce che aveva notato il marito cercare in internet informazioni sulle piante velenose, informazione negata durante l’anamnesi tossicologica nei primi giorni del ricovero. Il paziente, recuperato completamente lo stato di benessere, viene trasferito presso il reparto psichiatrico 17 giorni dopo l’evento.
Conclusione: l’ingestione volontaria di Taxus baccata è potenzialmente letale e, non essendoci antidoti, deve essere rapidamente riconosciuta per poter procedere immediatamente alla decontaminazione gastroenterica (gastrolusi, carbone attivato, catartico o lavaggio intestinale), al monitoraggio delle funzioni vitali e, se necessario ricorrere al posizionamento di pace-maker temporaneo (2), alla somministrazione di amiodarone e bicarbonato di sodio (3), ovvero procedere al sostegno della funzione cardiovascolare con IAPB o ECMO.
Bibliografia: 1) Frohne P & Pfander HJ: A Colour Atlas of Poisonous Plants, second edition, Manson Publishing Ltd, London, UK, 2005. 2) Willaert W, Claessens P, Vankelecom B, et al: Intoxication with taxus baccata: cardiac arrhythmias following yew leaves ingestion. Pacing Clin Electrophysiol 2002; 25:511-512. 3)Pierog JE, Kane BG, Donovan JW et al: Unique management of isolated yew berry toxicity. Clin Tox 2008, 46: 609 (abstract).