Abstract
Titolo
Patologie asbesto-correlate in ex-esposti: analisi di una casistica clinica
 
Autori
Fabrizio Scafa, Marco Marinelli, Maria Stancanelli, Matteo Bandirali, Simone Bernieri, Teresa Manera, Andrea Lanfranco, Stefano Tonini, Stefano M. Candura Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro, Università degli Studi di Pavia. Unità Operativa di Medicina del Lavoro, Fondazione Salvatore Maugeri, Clinica del Lavoro e della Riabilitazione, IRCCS, Istituto Scientifico di Pavia.
 
Abstract
Nonostante la legge 257/1992 abbia vietato estrazione, importazione, esportazione, produzione, commercializzazione e impiego dell’asbesto (o amianto), le patologie asbesto-correlate continuano a rappresentare un rilevante problema di salute pubblica1. Riteniamo pertanto utile presentare la casistica ospedaliera della nostra Unità Operativa, relativa a pazienti con pregressa esposizione professionale e/o ambientale. Essa comprende 157 soggetti (145 maschi, 12 femmine; età compresa tra 36 e 86 anni; media 58) giunti alla nostra osservazione dal novembre 2000 all’ottobre 2008, indagati in regime ambulatoriale (132 pazienti) o di day-hospital (25 pazienti). Dopo aver eseguito una visita specialistica di medicina del lavoro con accurata anamnesi occupazionale e ambientale, i pazienti sono stati sottoposti ad approfondimenti diagnostici laboratoristici e strumentali che hanno compreso, secondo le indicazioni dei singoli casi, esami ematochimici, elettrocardiogramma (ECG), radiografia del torace con classificazione ILO, tomografia computerizzata (TC) del torace ad alta risoluzione, prove di funzionalità respiratoria, test del cammino in 6 minuti, emogasanalisi su sangue capillare arterializzato, lavaggio broncoalveolare (BAL) con ricerca dei corpuscoli dell’asbesto, esami istologici e immunoistochimici (solo per i casi di mesotelioma). Al termine degli accertamenti sono state formulate le seguenti diagnosi: placche pleuriche benigne (26 casi), asbestosi (14 casi; con associazione di placche pleuriche in 9 pazienti), pneumoconiosi silico-asbestosica (5 soggetti; con associazione di placche pleuriche in 1 paziente), mesotelioma pleurico (14 casi), mesotelioma peritoneale (1 caso), mesotelioma testicolare (1 caso), carcinoma polmonare (1 caso). Pertanto, almeno una condizione patologica causata dall’amianto è stata diagnosticata in 62 pazienti. In 3 sono state identificate opacità parenchimali di non univoca interpretazione diagnostica, tuttora in follw-up clinico e strumentale. In 92 soggetti non è stata riscontrata alcuna patologia asbesto-correlata (in tre di essi è stata posta diagnosi di sarcoidosi). Dall’anamnesi lavorativa e ambientale è emerso che dei 157 pazienti, 133 erano stati esposti all’amianto in ambito occupazionale e 14 nell’ambiente di vita; i restanti 10 avevano avuto un’esposizione combinata, lavorativa e ambientale. I settori produttivi in cui si era realizzata l’esposizione professionale (in media per circa 20 anni) comprendevano: operazioni di smaltimento amianto in cantieri navali, operazioni idrauliche o elettriche che comportavano l’uso di amianto nelle coibentazioni termiche di tubature e trasformatori, operazioni di manutenzione di caldaie coibentate, l’industria tessile, l’edilizia con le operazioni di demolizione e scoibentazione, la costruzione e demolizione di forni, altiforni, caldaie, l’agricoltura. Per i casi professionali che non risultavano denunciati in precedenza, è stata effettuata segnalazione alle Autorità competenti (Procura della Repubblica, ASL, Ispettorato del Lavoro, INAIL) nonché al registro regionale per i casi di mesotelioma. La casistica conferma che la patologia asbesto-correlata continua a essere di comune osservazione nella pratica clinica. Particolarmente preoccupante è l’individuazione di 16 nuovi casi di mesotelioma maligno (dei quali uno peritoneale e uno testicolare). Tale dato concorda con recenti proiezioni epidemiologiche secondo le quali, nell’Europa occidentale, la mortalità per questa neoplasia dovrebbe raddoppiare ogni anno fino attorno al 20182. In tale ambito, l’Italia si colloca tra i Paesi con i tassi di mortalità più elevati tra i maschi e con una tendenza in maggior crescita tra le donne: tra il 2012 e il 2024 è atteso un picco di mortalità per mesotelioma pleurico di circa 800 casi per anno3. Per tali ragioni, è indispensabile proseguire la sorveglianza sanitaria degli ex-esposti ad asbesto, sia per identificare e seguire la patologia derivante dal passato sia per valutare l’effetto delle basse esposizioni verificatesi negli ultimi anni. Per un corretto inquadramento diagnostico (e in considerazione delle ricadute in ambito clinico e medico-legale) occorre informazione sull’attualità del problema amianto e sull’importanza di un’accurata anamnesi lavorativa e ambientale. 1 Castleman BI and Joshi TK. The global asbestos struggle today. Eur. J. Oncol. 12: 149-154, 2007. 2 Peto J, Decarli A, La Vecchia C, Levi F, Negri E. The European mesothelioma epidemic. Br. J. Cancer 1999; 79: 666-672. 3M arinaccio A, Montanaro F, Mastrantonio M, Uccelli R, Altavista P, Nesti M, Costantini AS and Gorini G. Predictions of mortality from pleural mesotelioma in Italy: a model based on asbestos consumption figures supports results from age-period-cohort models. Int. J. Cancer 115: 142-147, 2005.