Abstract
Titolo
Intossicazione fatale da metanolo e prelievo multiorgano: case report
 
Autori
A.Pignataro*, V. Lanza*, M. Passafiume*, L. Calderone*, C. Locatelli**, *U.O.C. Anestesia e Rianimazione, Ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli, Palermo, Italia **Centro Antiveleni di Pavia e Centro Nazionale di Informazione Tossicologica. Servizio di Tossicologia. IRCCS Fondazione Maugeri e Università degli Studi di Pavia, Italia
 
Abstract
Descriviamo il caso clinico di una donna deceduta per intossicazione da metanolo alla quale è stato effettuato un prelievo multiorgano. Caso clinico Una donna di 31 anni veniva ospedalizzata per stato confusionale, atassia, dislalia e disturbi visivi. I conoscenti della donna non erano in grado di fornire informazioni sulle cause dell’accaduto. L’anamnesi della donna, di nazionalità rumena, veniva riferita negativa. L’esame obiettivo non rivelava altri dati patologici. Una TC encefalo eseguita in urgenza era negativa. Il sopraggiungere di coma e convulsioni tonico-cloniche richiedeva l’intubazione endotracheale e la ventilazione meccanica. All’emogasanalisi si evidenziava una grave acidosi metabolica poco responsiva al trattamento. Le indagini tossicologiche eseguite su sangue e urina risultavano positive per metanolo (tasso plasmatico 0.35 g/L.) ed etanolo (tasso plasmatico 0.98 g/L). La terapia concordata con il Centro Antiveleni di Pavia (fomepizolo, gastrolusi, carbone attivato e acido folico) non migliorava il quadro clinico che richiedeva il trasferimento in terapia intensiva. All’arrivo la paziente mostrava Glasgow Coma Scale di 5 (nessuna apertura degli occhi, nessuna risposta verbale e movimenti in flessione allo stimolo algogeno), instabilità pressoria e tachicardia sinusale. L’emogasanalisi mostrava Ipernatriemia, iperosmolarità e aumento dei lattati. Veniva intrapresa un’emodiafiltrazione veno-venosa continua (CVVHDF); il fomepizolo era somministrato ogni 4 ore (10 mg/kg per 4 dosi e a 15 mg/kg per altre 2 dosi). A dodici ore dall’ingresso una TC encefalo mostrava un edema cerebrale esteso con ipodensita degli emisferi cerebrali prevalentemente a carico dei lobi temporali e perdita della differenziazione tra sostanza bianca e grigia. Nonostante la normalizzazione in 2° giornata del quadro idroelettrolitico e metabolico, con un tasso ematico di metanolo di 0.10 g/l., in 3° giornata la paziente mostrava un coma areflessico e un tracciato elettroencefalografico piatto. Dopo l’accertamento della morte cerebrale , ottenuto il nulla osta dell’Autorità giudiziaria e il consenso di una parente, la donna veniva condotta in sala operatoria per il prelievo di cuore, reni, fegato, cornee e cute. Cuore e fegato sono stati trapiantati con successo in 2 pazienti, così come i reni; le cornee sono state scartate per l’assenza di anamnesi relativa a malattie infettive del donatore. Ad un anno di distanza dal trapianto gli organi trapiantati erano vitali e i riceventi godevano di ottima salute. Discussione Le intossicazioni da metanolo, anche se rare, sono associate a elevata mortalità (1). Le lesioni più gravi riguardano il sistema nervoso centrale e consistono in edema cerebrale massivo, necrosi ed emorragie cerebrali (2). In Sicilia nell’anno 2006 si sono registrati numerosi casi d’intossicazione da metanolo, spesso fatali, in rumeni e polacchi che, adusi alla preparazione e consumo di bevande alcoliche "artigianali", avevano utilizzato disinfettanti, contenenti elevate concentrazioni di metanolo (3). Nelle intossicazioni più severe, i pazienti possono esitare in morte cerebrale e costituire potenziali donatori di organi. Nonostante esperienze cliniche positive sull’idoneità di organi prelevati da deceduti per intossicazione acuta(4,5,6), questi potenziali donatori sono spesso considerati non idonei. A parte il rischio trascurabile di una trasmissione dell’intossicazione dal donatore al ricevente, l’aspetto più importante è la valutazione della funzionalità degli organi che si intendono prelevare (1,7)- Nel caso descritto, la donna, nonostante la terapia antidotica specifica e la CVVHDF, per il tardivo ricorso alla cure mediche, ha subito una repentina evoluzione verso la morte cerebrale. L’assenza di patologie preesistenti, la valutazione clinica, strumentale e di laboratorio della donna, permettevano di considerare idonee al prelievo il cuore, i reni, il fegato e la cute. La positività del follow-up ad un anno di tutti i trapiantati è una conferma del buon stato di salute degli organi prelevati e del loro mancato coinvolgimento nelle intossicazioni da metanolo. Conclusione La nostra esperienza riteniamo, possa contribuire a considerare i pazienti deceduti per intossicazione da metanolo, come idonei al trapianto al pari di soggetti morti per altre cause. Bibliografia 1. Lopez-Navidad A, Caballero F, Gonzalez-Segura C, Cabrer C, Frutos MA. Short- and long-term success of organs transplanted from acute methanol poisoned donors. Clin Transplant 2002: 16: 151–162 2. Vara-Castrodeza A, Peréz-Castrillón JL, Dueñas-Laita A. Magnetic resonance imaging in methanol poisoning. Clinical Toxicology (2007) 45, 429–430 3. Davanzo F, Settimi L, Marcello I et al. Intossicazioni da metanolo prese in esame dal Centro Antiveleni di Milano (2005-07). Bollettino Epidemiologico Nazionale Notiziario ISS, Volume 20 numero 11, novembre 2007 4. Silva JA, Chamorro C, Varela A, Romera MA, Gámez P, Márquez J. Successful Bilateral Lung Transplantation From a Methanol-Poisoned Donor. Ann Thorac Surg 2001;71:1194 –7 5. Hantson P, Vanormelingen P, Lecomte C, Dumont V, Squifflet JP, Otte JB, Mahieu P. Fatal Methanol Poisoning and Organ Donation: Experience With Seven Cases in a Single Center. Transplantation Proceedings, 32, 491–492 (2000) 6. Bentley MJ, Mullen JC, Lopushinsky SR, Modry DL. Successful Cardiac Transplantation With Methanol or Carbon Monoxide-Poisoned Donors. Ann Thorac Surg 2001;71:1194 –7 7. Hantson P. Prélèvements d’organes après intoxication. Presse Med 2004; 33: 871-880