Abstract
Titolo
Intossicazioni acute: organo bersaglio il polmone
 
Autori
Franca Davanzo1, Paolo Severgnini2, Giscardo Panzavolta1, Rossella Moroni1, Georgatos Joannhe1, Fabrizio Sesana1 1Centro Antiveleni, A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano; 2Ambiente Salute Sicurezza - Università degli Studi dell'Insubria Varese
 
Abstract
Il ruolo del polmone, nell’omeostasi dell’organismo, è di fornire un adeguato apporto di ossigeno per garantirne la funzionalità e mantenere temperatura e pH ematico entro limiti fisiologici. Queste funzioni sono garantite dall’integrità di tutte le vie deputate all’assorbimento dell’ ossigeno (O2), al suo trasporto e all’eliminazione dell’anidride carbonica (CO2). Inoltre, il polmone contribuisce al metabolismo ed all’eliminazione di numerose sostanze, alla regolazione del contenuto dell’acqua corporea e gioca un ruolo importante nella termoregolazione. La quantità di O2, disponibile all’utilizzo da parte delle cellule, dipende da numerosi fattori quali l’integrità delle vie aeree e la superficie alveolare disponibile, la percentuale di O2 contenuta nell’aria inspirata, la capacità di diffusione e perfusione, la quantità di emoglobina e la sua capacità legante l’O2, l’efficienza nel suo utilizzo e la portata cardiaca. Sostanze capaci di alterare uno di questi meccanismi provocano uno squilibrio funzionale che può esitare in un avvelenamento. In condizioni ambientali, le sostanze tossiche, per essere assorbite attraverso le vie aeree, devono essere allo stato di gas, vapore o liquido vicino al punto ebollizione, oltre ad avere dimensioni che permettono loro di progredire fino all’alveolo e di diffondere attraverso il suo epitelio che misura mediamente 2 μm. I tossici idrofili diffondono direttamente nel plasma, i lipofili sono veicolati dal globulo rosso. Verranno proposti casi clinici di esposizione a sostanze che provocando un danno locale alle alte vie respiratorie (naso, faringe, laringe, trachea) o alle basse vie respiratorie (bronchi o alveoli) come ad esempio il fosgene, l’iprite, l’olio di vaselina o anche le poliamine e i vapori di cloro; o un danno sistemico come nel caso di esposizione ad agenti nervini, ad acido cianidrico, a monossido di carbonio. Meritano una discussione anche quadri clinici, di non rara osservazione in Pronto Soccorso e sul territorio, che, alterando la frequenza e l’ampiezza dell’atto respiratorio, modificano la concentrazione della CO2 e quindi il pH. Di qui l’alterata risposta dei chemorecettori alla variazione della CO2, la diretta stimolazione dei centri del respiro, o un aumento della richiesta metabolica provocata da febbre o agitazione, o dagli squilibri acido-base che si presentano tipicamente in assunzione in sovradosaggio di salicilati, di metilxantine, di amfetamine, di cocaina, di oppioidi e di etanolo. Bibliografia: 1. Marialuisa Bozza Marrubini, Rita Ghezzi Laurenzi e Paolo Uccelli. Intossicazioni acute. Meccanismi, diagnosi e terapia. 2° Ed. 1998. Milano, OEMF International srl. 2. Golfrank’s. Toxicologic Emergencies. Seventh Edition. 2002 McGraw-Hill. Companies Inc.