Abstract
Titolo

La cardiotossicità nella casistica del Centro Antiveleni

 
Autori

Franca Davanzo1, Paolo Severgnini2, Giscardo Panzavolta1, Rossella Moroni1, Fabrizio Sesana1 1Centro Antiveleni, A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano; 2Ambiente Salute Sicurezza - Università degli Studi dell'Insubria Varese

 
Abstract

Le sostanze, una volta penetrate nell’organismo, possono esercitare la loro azione tossica anche sul sistema cardiocircolatorio. Poiché la funzione del sistema cardiocircolatorio è di garantire una adeguata perfusione ai tessuti, il cuore supporta, mediante la sua azione,la volemia; contrasta le resistenze vascolari che possono modificarsi a causa della vasocostrizione; garantisce, mediante la modulazione della sua contrattilità e frequenza, l’omeostasi dell’organismo. Farmaci, tossine e altri xenobiotici sono in grado di produrre alterazioni; le manifestazioni cliniche che ne derivano sono ipotensione o ipertensione, insufficienza cardiaca congestizia e/o edema polmonare, anormalità nella conduzione dell’impulso elettrico ed aritmie. Inoltre sono da considerare gli effetti ritardati nel tempo tipici di altre sostanze. Agenti quali ergotamina, amfetamine, nafazolina, interagendo con i recettori α-adrenergici determinano ipertensione. Altri, come nicotina o colinomimetici, provocano una transitoria ipertensione, con azione non direttamente mediata dai recettori α-adrenergici, da cui deriva ipotensione. Altri ancora come colchicina, salicilati, diuretici, caustici, nitrati e nitriti, provocano deplezione del volume circolante provocando ipotensione. Il muscolo cardiaco, su stimolo centrale, mette in atto meccanismi utili al compenso, ma, a volte, è estremamente difficile identificare per esempio una ipovolemia in alcuni pazienti intossicati perché ai segni clinici usuali di ipotensione (cute e mucose asciutte, tachicardia, polso filiforme, obnubilamento del sensorio, oliguria) si sostituiscono gli effetti del tossico che mimano una euvolemia ed il paziente può presentare, invece, copiosa sudorazione, cute arrossata, ipertensione, bradicardia, poliuria. Questo quadro clinico, tipico nell’esposizione a simpaticomimetici o a cocaina, se non riconosciuto e supportato da una adeguata idratazione iniziale, può compromettere l’evoluzione dell’intossicazione. La frequenza con cui queste alterazioni si manifestano è subordinata alla dose di sostanza con cui avviene il contatto, alla via di esposizione, al quadro clinico che si presenta, al tempo che intercorre tra l’esposizione e la comparsa dei sintomi. Quindi la rilevazione dei sintomi nella casistica di un Centro Antiveleni è estremamente variegata e non necessariamente rapportabile alle sostanze riferite, alle dosi assunte e soprattutto agli intervalli dall’esposizione: infatti a volte la decontaminazione che viene messa in atto al momento della consulenza, evita la comparsa di sintomi gravi e previene l’evoluzione infausta di alcune intossicazioni. A volte invece dosi di farmaco riferite, intervalli di tempo intercorsi tra l’esposizione e il contatto telefonico, dovrebbero essere gravati da sintomi molto più gravi di quelli che in realtà vengono riferiti: qui sarebbe utile l’esecuzione di dosaggi plasmatici quantitativi e non qualitativi come avviene nella maggior parte dei Pronto Soccorsi. Bibliografia: 1. Marialuisa Bozza Marrubini, Rita Ghezzi Laurenzi e Paolo Uccelli. Intossicazioni acute. Meccanismi, diagnosi e terapia. 2° Ed. 1998. Milano, OEMF International srl. 2. Golfrank’s. Toxicologic Emergencies. Seventh Edition. 2002 McGraw-Hill. Companies Inc.