Tossicità da Palitossine
Tubaro Aurelia DMRN, Università di Trieste, Via A. Valerio 6, Trieste
La palitossina, per la prima volta rilevata nel 1971 nel corallo Palytoa toxica, è una delle molecole non polimeriche a maggior peso molecolare finora isolate in natura (PM=2680 dal). Successivamente, sia la palitossina che composti palitossino-simili, sono stati isolati dal corallo P.tubercolosa e da altre specie di coralli. Palitossina e sostanze Palitossino-simili sono state anche rilevate in anche alcune specie di Ostreopsis (O.siamensis, O.mascarensis ed O.ovata), microalghe bentoniche a diffusione intratropicale, recentemente comparse anche nel Mar Mediterraneo. L’assunzione di pesci e crostacei contaminati con palitossina e composti palitossino-simili in aree tropicali e subtropicali ha provocato diverse intossicazioni umane, di cui alcune letali. Oltre a sintomi di tipo gastrointestinale, i pazienti riferivano mialgie diffuse, tremori, mioglobinuria associati ad elevati livelli serici di creatinfosfochinasi e, in alcuni casi, aritmie. Simili effetti sistemici a carico della muscolatura scheletrica e cardiaca, oltre ad effetti locali, sono stati osservati anche in un caso di contatto con coralli appartenenti al genere Parazoanthus. Recentemente, in concomitanza a blooms di Ostreopsis ovata lungo le coste italiane, più di 200 persone hanno manifestato febbre ≥ 38°C, tosse, rinorrea, difficoltà respiratorie, congiuntivite e dermatite, in seguito ad esposizione all’aerosol marino. A fronte di questi episodi, gli studi tossicologici sulla palitossina e sui suoi analoghi sono relativamente scarsi e spesso eseguiti con la tossina non ancora completamente purificata. Inoltre, dai dati epidemiologici, è difficile risalire ad una quantificazione della tossina responsabile delle intossicazioni. Di conseguenza la caratterizzazione del rischio tossicologico dovuto all’esposizione a palitossina e a sostanze palitossino-simili resta da definire.