EVOLUZIONE CLINICA E TRATTAMENTO ANTIDOTICO IN 228 PAZIENTI CON AVVELENAMENTO DA MORSO DI VIPERA IN ITALIA: CASISTICA DEL CENTRO ANTIVELENI DI PAVIA
Andrea Giampreti, Davide Lonati, Sarah Vecchio, Stefania Bigi, Valeria Petrolini, Carlo Locatelli, Luigi Manzo
Centro Antiveleni di Pavia - Centro Nazionale di Informazione Tossicologica, Servizio di Tossicologia, IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri e Università degli Studi di Pavia, www.cavpavia.it
Background. I casi di morso di vipera ai quali consegue avvelenamento sono relativamente frequenti nel nostro paese. Non sono tuttavia ancora definiti criteri specifici per identificare precocemente quale sia la durata minima dell’osservazione ospedaliera in grado di evitare sottovalutazioni cliniche e se e quando iniziare la somministrazione di antidoti. Obiettivo: valutare la clinica di presentazione e la sua evoluzione, il monitoraggio e il ricorso alla terapia antidotica in pazienti con avvelenamento da morso di vipera in Italia, con l’intento di evidenziare una correlazione tra il livello di gravità del paziente alla presentazione, la successiva evoluzione del quadro clinico e l’indicazione al trattamento antidotico; si è inteso inoltre valutare la frequenza di somministrazione della terapia antidotica in due differenti periodi di tempo. Metodi: è stata condotta un’analisi retrospettiva di tutti i casi di avvelenamento da morso di vipera valutati dal Centro Antiveleni di Pavia (CAVPv) nel 2002, 2005 e 2006. I pazienti sono stati valutati e stratificati per livello di gravità al momento delle prima valutazione effettuata dal CAVPv durante l’osservazione clinica e in base all’indicazione al trattamento antidotico. Il livello di gravità è stato determinato in accordo con l’unica scala di gravità (GSS, Grading-Severity-Score) specifica per l’avvelenamento da morso di vipera oggi disponibile nella letteratura scientifica (1). L’indicazione al trattamento antidotico è stata confrontata fra gli anni 2002 e 2006. Risultati: sono stati inclusi nello studio 228 pazienti di cui 79 nel 2002, 76 nel 2005 e 73 nel 2006. Alla prima valutazione effettuata dal CAVPv, 132 (57,9%) pazienti presentavano solo segni di morso (GSS0), 77 (33,8%) anche edema locale (GSS1), 18 (7,9%) edema regionale e/o segni e sintomi sistemici lievi (GSS2), 1 (0,4%) ha presentato gravi manifestazioni locali e sistemiche (GSS3). Tra i 132 pazienti con GSS0, 25 sono stati persi al follow-up: 92 (85%) dei rimanenti 107 hanno presentato un morso secco, 15/107 (14%) hanno manifestato un’evoluzione locale (GSS1) e 3 di questi hanno sviluppato anche effetti sistemici lievi (GSS2) cui è conseguito trattamento antidotico. Diciassette dei 77 pazienti con GSS1 sono stati persi al follow-up: la totalità dei 60 rimanenti (100%) ha manifestato una progressione dell’edema locale, e 11 di questi (18,3%) hanno presentato anche sintomi sistemici. Il trattamento antidotico è stato effettuato in 12 pazienti (20%) del gruppo GSS1. Tre dei 18 pazienti con GSS2 sono stati persi al follow-up: i 15 rimanenti (100%) hanno manifestato una grave progressione dell’edema locale e 12/15 (80%) anche sintomi sistemici gravi; tutti questi ultimi sono stati trattati con antidoto. Il peggioramento del quadro clinico è stato osservato durante le prime 12 ore nel 14% dei pazienti con GSS0 e nell’82% dei pazienti con GSS1, durante le prime 24 ore nell’80% dei pazienti con GSS2. Il numero di pazienti che ha presentato manifestazioni cliniche di diverso grado (escludendo i persi al follow-up e i morsi secchi) è di 91; l’antidoto è stato somministrato in 28 pazienti (30,7%); non sono stati segnalati casi letali. Il confronto tra il 2002 e il 2006 ha evidenziato un aumento nella prescrizione di frammenti anticorpali antivipera del 20% tra i pazienti con GSS0 e del 25% tra quelli con GSS2; non sono state evidenziate differenze di prescrizione tra i pazienti con GSS1 (20 vs 21%). Conclusioni: il morso di vipera può essere un evento clinicamente rilevante, in grado di richiedere ospedalizzazione precoce e stretta osservazione clinica del paziente. Nonostante un’elevata percentuale di pazienti con GSS0 si sia rivelata solo un morso secco, una percentuale non irrilevante (14%) di pazienti che alla presentazione è di grado 0 ha manifestato un’evoluzione clinica. Tutti i pazienti con grado pari o superiore a 1, inoltre, hanno presentato una progressione del quadro clinico. Si ritiene quindi opportuno che qualunque caso di morso di vipera debba essere tenuto in stretta osservazione clinica per almeno 12 ore al fine di verificare la comparsa o l’eventuale evoluzione di manifestazioni locali e/o sistemiche e di impostare, quando necessario, una terapia antidotica precoce.
Bibliografia. 1. Audebert F, Sorkine M, Robbe-Vincent A, Cassian B. Human and Experimental Toxicology 1994; 13,683-688.