Abstract
Titolo

Il laboratorio e le nuove droghe d'abuso: possibilità analitiche per il monitoraggio d'uso e la diagnosi d'intossicazione

 
Autori

Papa Pietro
Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia Servizio Analisi Chimico-cliniche- Laboratorio di Tossicologia Analitica

 
Abstract

E’ ormai noto che, parallelamente alle "storiche" droghe d'abuso (oppiacei, cocaina, amfetamine, cannabinoidi, metadone, LSD ) è sempre più diffuso l'uso voluttuario di cosidette "nuove sostanze d'abuso" di origine vegetale, sintetiche e semisintetiche. L'uso di Internet ha clamorosamente facilitato la diffusione di notizie sugli effetti stupefacenti di nuove sostanze e l' approvviginamento di quelle "lecitamente vendibili “ ( non tabellate come stupefacenti secondo le vigenti leggi nazionali ) . Il fenomeno è talmente vasto e preoccupante sotto il profilo sociale e sanitario che il Consiglio dell'Unione Europea, a far data 1997, ha adottato un piano denominato Joint on new synthetic drugs, volto ad esercitare un'azione comune nel monitoraggio di nuove sostanze d’abuso, ovvero nuove forme di addiction: in questo contesto è attivo anche in Italia un impianto di " Early Warning System" . Di fatto, il sistema si basa su notizie inerenti le nuove droghe derivanti da dati anamnestici (es. colloqui con utilizzatori) , segnalazioni di sequestri di materiale da parte delle Forze dell’Ordine e relativa identificazione, casi di intossicazione acuta; in questo piano di monitoraggio risulta deficitario il riscontro oggettivo di queste nuove droghe nei casi di uso e/o di intossicazioni acute, attraverso il rilievo del principio attivo e/o dei metaboliti in campioni biologici. Ciò è legato al fatto che i prodotti diagnostici "standard" (test immunochimici) attualmente disponibili in commercio per le “storiche" droghe d’abuso hanno scarsa o nulla validità nei confronti delle nuove molecole, e sino ad ora, poche e di limitata diffusione sono le novità proposte per il rilievo di nuove droghe in matrici biologiche; la bioanalisi di alcune di queste nuove sostanze d’abuso è praticabile presso pochi laboratori specializzati, attraverso metodiche allestite direttamente “in house" o derivate dalla letteratura, e comunque, tali indagini non sono ricomprese nell’attività diagnostica di routine. Come conseguenza, un numero elevato di casi di presunta addiction e di intossicazioni acute rimangono orfani della diagnosi, con relativi dilemmi terapeutici e lacune sul piano epidemiologico. Appare evidente che, a fronte di un numero estremamente elevato di potenziali nuove sostanze, oggetto di uso voluttuario, si dovranno attuare delle scelte di priorità d’interesse nei confronti delle molecole che più di altre appaiono emergenti e pericolose ( a dire il vero, talune sostanze , come ad esempio ketamina e GHB, godono ancora della denominazione di nuove droghe, ma in realtà ormai da alcuni anni sono ben radicate negli ambienti di "sballo"); nei confronti di queste sostanze si dovranno intensificare gli aggiornamenti in tema di conoscenza di principi attivi, farmaco-tossicocinetica, conseguenti cut off analitici e tempi di rilevabilità. Parallelamente si dovranno prendere in maggior considerazione i prodotti diagnostici commerciali per la determinazione di nuove droghe ( rari , ma qualche prodotto è disponibile) , magari in sostituzione di kit per la determinazione di molecole che , almeno al momento, non sono oggetto di uso/abuso.