Etilglucuronide su matrice cheratinica ed Idoneità alla guida. Esperienza della Commissione Locale Patenti di Lodi e del Servizio Dipendenze di Bergamo
Varango C., Filippi C., Rusca C., Morini L., Cheli F.
Importanti effetti clinici e sociali dell’abuso di alcol hanno da tempo reso evidente la necessità di sostituire indagini generiche sulle condizioni del fegato del paziente con markers biochimici più specifici. Complessi sono i problemi (medici, giuridici, sociali) relativi all’assunzione di alcol e guida. La diagnosi di abuso alcolico o di binge drinking (utile ai fini del giudizio d’idoneità alla mansione e/o alla guida) è complicata dalla scarsa efficienza di buoni marcatori attualmente disponibili. In questo abstract si vuole porre l’attenzione alle problematiche di tipo diagnostico. In questo senso, il più grande scoglio che tuttora persiste riguarda l’individuazione di soggetti abusatori di alcol e la loro idoneità alla guida. Nella realtà italiana c’è una notevole difformità nelle modalità operative e nei protocolli adottati dalle Commissioni Patenti Locali. Emerge palese la necessità di identificare un protocollo comune di procedure standardizzate, efficaci ed utili per porre diagnosi. La carenza di marcatori validi ed affidabili su cui fondare la diagnosi oggettiva di abuso alcolico non fa altro che amplificare il problema soprattutto quando la diagnosi abbia più che finalità cliniche, finalità medico-legali. In ambito di idoneità è importante ridurre al minimo la soggettività di un giudizio diagnostico: questo deve essere, per quanto possibile, saldamente ancorato a criteri dimostrabili di oggettività e di scientificità sostenibili in ambito medico legale e giudiziario. Oltre ai classici indici ematologici e biochimici presi in considerazione, negli ultimi anni ha trovato consensi e divulgazione l’uso come biomarcatore della CDT (transferrina desialata). L’interpretazione del risultato e la sua efficienza diagnostica incontrano ancora oggi alcuni ostacoli (fattori soggettivi di tipo ormonale, patologie congenite della glicosilazione, epatopatia, turbe dell’assorbimento del ferro, modalità e tempo di assunzione di barbiturici o disulfiram, interferenze preanalitiche da emolisi ecc…). Diverse sono le attività di ricerca finalizzati alla individuazione e soprattutto alla validazione di nuovi marcatori che possano andare a colmare il vuoto diagnostico esistente tra lo stato di ebbrezza e l’abuso cronico. Particolare attenzione viene posta alla ricerca di biomarcatori efficaci per svelare situazioni di binge drinking, molto diffuse nel mondo giovanile. L’etilglucuronide (EtG): un metabolica ottenuto per coniugazione con acido glicuronico è un marcatore sensibile e specifico dell’abuso alcolico recente, presente nel siero e nelle urine fino a 80 ore dall’ultima assunzione di etanolo. L’EtG è un interessante marcatore di consumo alcolico e, con un sensibilità più elevata e specifica. L’EtG è presente nei capelli ed in altri tessuti e, questo, potrebbe allargare ulteriormente il suo valore diagnostico. Per tale motivo, si è concordato di procedere ad una ricerca che vede coinvolti: il Servizio Dipendenze di Lodi, la Commissione Medica Locale Patenti di Lodi, il Servizio Dipendenze di Bergamo. Obiettivo dello studio Lo scopo di questo ricerca è di documentare la sensibilità e la specificità dell’analisi dell’EtG nel capello confrontandole con quelle dei markers dell’abuso cronico di alcool a tutt’oggi di più frequente impiego: la transferrina carboidrato-carente (carbohydrate-deficient transferrin, CDT), la Gamma-Glutamil-Transpeptidasi (γGT), l’Aspartato Aminotransferasi (AST, GOT) e l’Alanina Aminotransferasi (ALT, GPT). In particolare questo progetto si pone l’obiettivo di verificare se la ricerca/dosaggio dell’EtG nel capello permetta di dare risposte affidabili in situazioni nelle quali i markers tradizionali difettano di sensibilità e/o specificità, come avviene, per esempio, in quei casi in cui sono presenti patologie particolari o varianti genetiche. Pazienti oggetto dello studio Lo studio prende in considerazione soggetti arruolati all’interno della Commissione Medica Locale di Lodi, il Servizio Dipendenze di Lodi e di Bergamo, che sono stati sottoposti all’analisi per la valutazione dello stato di dipendenza da alcool nel biennio 2007-08. Raccolta dei risultati La raccolta dei risultati relativi ai markers tradizionali e ad altri dati significativi per il presente studio (età, peso, sesso, patologie, etc.) è stata effettuata dal personale del Servizio per le Tossicodipendenze presso il quale il paziente si è rivolto. In particolare si procederà alla suddivisione dei risultati in due gruppi. Il primo gruppo, denominato gruppo di controllo, sarà costituito da pazienti per i quali la ricerca dei markers tradizionali ha permesso di individuare o escludere una situazione di abuso cronico di alcool etilico. Il secondo gruppo sarà invece costituito da quei pazienti dove i markers tradizionali non sono stati risolutivi per diagnosticare o meno un abuso cronico di bevande alcoliche. Ad ogni buon conto tutti i pazienti precedentemente testati saranno sottoposti alla ricerca/dosaggio dell’EtG nel capello da parte del personale del laboratorio di Analisi Chimico-Tossicologiche del Dipartimento di Medicina Legale dell’Università di Pavia. Lo studio si prefigge l’obiettivo di prendere in considerazione non meno di 60-80 soggetti. Valutazione dei risultati Una volta raccolti i dati ottenuti sia nell’impiego dei markers tradizionali sia nell’analisi dell’EtG nel capello si procederà al loro confronto, anche sotto il loro profilo statistico al fine di acclarare, secondo l’assunto iniziale, se la sensibilità e la specificità consentite dalla bioanalisi dell’EtG siano i grado di dirimere casi particolari non meglio risolti ricorrendo alle classiche metodiche diagnostiche. Conclusioni I protocolli operativi e la scelta dei dispositivi diagnostici hanno ancora limiti di standardizzabilità, che potranno essere superati con l’impiego di nuove e più raffinate metodiche di laboratorio. La comunità scientifica molto presto sarà in grado di fornire nuove, valide opportunità.