Contaminazione follicolare da PCB e DDT in donne sottoposte a tecniche di procreazione medicalmente assistita
G.M. Tiboni, R. Turci*, P. Palumbo, F. Giampietro, C Minoia*
Università di Chieti-Pescara, *Laboratorio di Misure Ambientali e Tossicologiche, Fondazione Maugeri, Pavia
La fertilità umana appare in progressivo declino. Il fenomeno sembra interessare non solo i paesi industrializzati ma anche quelli in via di sviluppo. Alcuni contaminanti ambientali, tra cui i policlorobifenili (PCB) ed il diclorodifeniltricloroetano (DDT), sono divenuti recente oggetto di studio per possibili effetti avversi sui processi riproduttivi. Le informazioni disponibili al riguardo sono tuttavia limitate. Nel presente studio abbiamo valutato la presenza di PCB, DDT e dei suoi metaboliti nel fluido follicolare e nel siero di 31 donne sottoposte a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA). Le pazienti avevano un’età media di 35,3 ± 3,3 anni ed un indice di massa corporea di 22,5 ± 2,9. I fattori di infertilità erano i seguenti: maschile nel 38,7%, tubarico nel 22.58%, idiopatico nel 19,3%, ovulatorio nel 6,4% e di tipo misto nel 12,9%. Sono stati analizzati solo fluidi follicolari (almeno tre per paziente) privi di macroscopica contaminazione ematica. In accordo con quanto previsto dalla vigente legislazione, sono stati fertilizzati mediante Intra Cytoplasmic Sperm Injection (ICSI) tre ovociti per paziente. Gli embrioni ottenuti sono stati trasferiti in utero 48 ore dopo la fertilizzazione. La presenza di gravidanza clinica è stata accertata mediante la visualizzazione del battito cardiaco embrionale alla settima settimana di età gestazionale. La ricerca dei contaminanti nelle matrici analizzate è avvenuta mediante spettrometria di massa. I congeneri dei PCB prevalenti nel fluido follicolare erano il 153 (24/31), il 52 (21/341), il 180 (19/31) ed 31 (18/31), con valori medi rispettivamente di 0,21, 0,04 0,40 e 0,09 ng/ml. Solo due delle 31 pazienti studiate non presentavano alcun congenere nel fluido follicolare. Lo spettro dei congeneri presenti nel siero era simile a quello follicolare, suggerendo che la contaminazione follicolare avviene attraverso il passaggio dal compartimento ematico. Delle pazienti studiate 13 presentavano livelli identificabili di DDT nel fluido follicolare (valore medio: 0,84 ng/ml), mentre in tutte e 31 era presente il 1,1-dichloro-2,2-bis (p-chlorophenyl) ethylene (DDE) (valore medio: 0,91ng/ml). Comparabile è risultato il livello di contaminazione sierica. Delle 31 pazienti sottoposte ad ICSI, 13 (42%) sono risultate gravide. Il confronto tra pazienti gravide e non gravide ha mostrato una tendenza verso livelli di contaminanti (sia di PCB che di DDTe DDE) maggiori nei fluidi follicolari delle donne che non sono risultate gravide.