Abstract
Titolo
IDENTIFICAZIONE DEL POTENZIALE ALLERGENICO DI COMPOSTI A BASSO PESO MOLECOLARE BASATA SULL’INDUZIONE SELETTIVA DI IL-18 IN UNA LINEA DI CHERATINOCITI UMANI.
 
Autori
Valentina Galbiati, Laura Lucchi, Corrado L. Galli, Marina Marinovich, Emanuela Corsini Laboratorio di Tossicologia, Dipartimento di Scienze Farmacologiche, Università di Milano, Milano, Italia.
 
Abstract
La valutazione del potenziale allergenico di composti chimici a basso peso molecolare è generalmente eseguita usando modelli animali, come il test del linfonodo locale nel topo. I progressi nell’apprendimento dei meccanismi alla base della sensibilizzazione cutanea, inclusi gli effetti sulla produzione di citochine da parte dei differenti tipi cellulari presenti nella pelle, hanno dato l’opportunità di sviluppare test in vitro come alternativa ai test di sensibilizzazione in vivo. Lo scopo del presente studio è stato quello di valutare la possibilità di usare citochine prodotte dai cheratinociti umani per identificare in vitro il potenziale sensibilizzante delle sostanze chimiche. In particolare, in questo studio abbiamo utilizzato una linea cellulare di cheratinociti umani le NCTC 2544. Le cellule sono state esposte a concentrazioni crescenti di diversi allergeni da contatto (dinitroclorobenzene, cinnamaldeide, alcol cinnamico, tetrametiltiurame disolfuro, resorcinolo, eugenolo, isoeugenolo, glioassale, 4-nitrobenzilbromuro, parafenilendiammina), allergeni respiratori (difenilmetano diisocianato, anidride trimellitica, esacloroplatinato d’ammonio) ed irritanti (sodio lauril solfato, acido salicilico, fenolo, acido lattico) o a DMSO come controllo del veicolo. I livelli intracellulari di IL-1α e IL-18 sono stati valutati 24-48 ore dopo il trattamento mediante ELISA. I risultati ottenuti indicano che IL-18 può costituire un valido strumento in vitro per l’identificazione e la discriminazione degli allergeni da contatto da sostanze irritanti o da allergeni per le vie respiratorie. Al contrario, IL-1α è risultata indotta sia dagli allergeni che dagli irritanti. In conclusione, i cheratinociti umani sembrano rappresentare un’utile sistema in vitro per discriminare gli allergeni da contatto da quelli respiratori. Queste osservazioni devono essere confermate utilizzando un più ampio range di composti. Riconoscimenti Questa ricerca è stata supportata dal progetto europeo SENSITIV (#018681).