Abstract
Titolo
STUDIO DEL POTENZIALE PROAPOPTOTICO DEL SULFORAFANE SU UN MODELLO EX VIVO DI LEUCEMIA
 
Autori
Lenzi Monia Dipartimento di Farmacologia Alma Mater Studiorum Università di Bologna Fimognari Carmela Dipartimento di Farmacologia Alma Mater Studiorum Università di Bologna Cantelli-Forti Giorgio Dipartimento di Farmacologia Alma Mater Studiorum Università di Bologna Hrelia Patrizia Dipartimento di Farmacologia Alma Mater Studiorum Università di Bologna
 
Abstract
Numerose evidenze sperimentali hanno dimostrato la capacità del sulforafane di modulare diverse fasi del processo cancerogenetico. Uno dei meccanismi alla base di tale attività è l’apoptosi, la cui induzione è stata osservata in diversi modelli cellulari. Ad esempio, il sulforafane è in grado di esibire marcati effetti citostatici e citotossici in diverse linee cellulari leucemiche (Fimognari e Hrelia (2007) Mutat Res. 635(2-3): 90-104). Tuttavia, gli effetti del sulforafane su campioni ex-vivo provenienti da pazienti con confermata diagnosi di leucemia non sono ancora stati studiati. La popolazione leucemica ottenuta dal paziente differisce drammaticamente dalle linee cellulari in termini di cinetica di crescita e di determinanti farmacologici. Inoltre, le linee cellulari sono caratterizzate da una completa perdita dell’eterogeneità che caratterizza le colture leucemiche fresche. Questi fattori sono alla base della diversa risposta farmacologica evidenziata frequentemente per lo stesso agente quando saggiato su colture primarie rispetto a linee cellulari (O’Connor et al. (1991) Blood 77: 1534-45). In questo studio abbiamo valutato la capacità del sulforafane di indurre apoptosi su colture primarie di blasti provenienti da 14 pazienti affetti da diversi tipi di leucemia e in particolare: 2 casi di Leucemia Linfatica Cronica (LLC), 7 casi di Leucemia Mieloide Acuta (LMA), 2 casi di Leucemia Linfoblastica Acuta a cellule T, 1 caso di Leucemia Linfoblastica Acuta a cellule B, 1 caso di Leucemia Bifenotipica Acuta, 1 caso di Linfoma Nasal Type ad imponente leucemizzazione. I blasti sono stati isolati dal sangue intero di pazienti affetti da diversi tipi di leucemia mediante centrifugazione in gradiente di densità utilizzando Histopaque 1077 e sono stati coltivati a 37°C e 5% CO2 in terreno RPMI 1640, supplementato al 15% con FCS e all’1% con penicillina e streptomicina. I blasti sono stati trattati a diversi tempi (6-24-48-72 h) e diverse concentrazioni (0-30 μM) di sulforafane e gli effetti sull’induzione di apoptosi sono stati analizzati in modo automatizzato tramite il Bioanalyzer 2100. Il sulforafane non sembra possedere alcuna attività sui campioni provenienti da pazienti affetti da LLC. Infatti, la frazione di cellule apoptotiche dopo 48 h di trattamento con la concentrazione 30 µM è solo leggermente incrementata rispetto al controllo (42.3% vs 32.4%). Al contrario, il sulforafane si è dimostrato particolarmente attivo sui campioni provenienti da pazienti affetti da LMA, dove l’effetto è ancor più sorprendentemente marcato su campioni da pazienti multiresistenti. In un caso, ad esempio, la frazione di cellule apoptotiche è incrementata di 5 volte rispetto al controllo. L’effetto proapoptotico del sulforafane sui campioni provenienti da pazienti affetti da LLA differisce a seconda che la leucemia sia a cellule B o T. L’effetto più rilevante è stato osservato sui campioni di leucemia a cellule B, dove la frazione di cellule apoptotiche passa dal 27% presente nei controlli al 55% presente nei trattati. L’effetto del sulforafane sui campioni di leucemia a cellule T è, invece, nettamente più lieve. L’attività del sulforafane sul campione di Leucemia Acuta Bifenotipica è molto diversa rispetto a quella osservata sulle altre forme di leucemia. È, infatti, evidenziabile una marcata attività soprattutto dopo 6 h piuttosto che dopo tempi di trattamento più lunghi. Infine il sulforafane si è dimostrato non possedere alcuna attività nei confronti del campione proveniente dal paziente affetto da Linfoma Nasal Type. Nell’insieme i nostri risultati ex-vivo dimostrano che il sulforafane possiede un interessante potenziale antileucemico, che incoraggia a continuare le ricerche e, sulla base dei risultati ottenuti su un maggior numero di pazienti arruolati, alla pianificazione di uno studio clinico pilota.