Abstract
Titolo
Cinetica di danno al DNA in cellule della mucosa buccale di soggetti portatori di apparecchi ortodontici
 
Autori
B. Di Leonaro,Dipartimento Scienze Morfologico-Biomediche,Sez. Chir. Maxillo Facciole e Odontostomatologia, Università di Verona. D. Doria,Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica, Sez, Farmacologia, Università di Verona. M.E. Fracasso, Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica, Sez. Farmacologia, Università di Verona. F. Faccioni,Dipartimento di Scienze Morfologiche-Biomediche, Sez. Chir. Maxillo Facciale e Odontostomatologia, Università di Verona.
 
Abstract
In questi ultimi anni si è assistito ad un uso sempre più diffuso delle apparecchiature ortodontiche soprattutto per motivi funzionali ma anche estetici. Poco però si conosce sulla biocompatibilità dei metalli presenti come leghe o materiali in genere che compongono questi apparecchi e che permangono a lungo nel cavo orale. Diversi studi "in vitro" hanno dimostrato che gli apparecchi ortodontici possono rilasciare ioni metallici oltre che altre sostanze, quali ad esempio i bisfenoli che vengono liberati da adesivi ortodontici o da materiali da ricostruzione a base di metacrilato. Scarse invece sono le informazioni “in vivo“ riguardo i possibili effetti negativi sulle cellule della mucosa buccale di questi materiali. In precedenti ricerche abbiamo dimostrato che le cellule della mucosa buccale di pazienti portatori di apparecchi fissi da 2-4 anni presentavano alti livelli cellulari di nichel e cobalto rispetto ad un gruppo di controlli, inoltre questi soggetti mostravano in alta frequenza cellule con cometa e cellule apoptotiche. Questi parametri di citotossicità erano significativamente correlati con i livelli cellulari dei metalli. Lo scopo del nostro studio è stato quello di verificare, mediante una valutazione cinetica di danno, dopo quanto tempo dal trattamento si instaurassero gli effetti citotossici precedentemente riscontrati. I prelievi ai pazienti sono stati effettuati prima dell’applicazione dell’apparecchio (To), e in seguito dopo sette giorni (T 7), dopo quindici (T 15), dopo trenta (T 30), dopo sessanta (T 60) e dopo novanta giorni (T 90) dal trattamento. Sulle cellule così raccolte veniva valutata la vitalità, quindi il danno citogenetici mediante la versione alcalina del comet test ed il test dei micronuclei. I risultati relativi al danno al DNA rilevato mediante comet test mostrano che già dopo una settimanai livelli di danno aumentano in modo significativo rispetto al valore di base, mentre la frequenza di micronuclei risulta significativamente superiore ai livelli basali dopo quindici giorni e si mantiene tale fino all'ultimo prelievo.