Abstract
Titolo
TOSSICITÀ ACUTA DA PALITOSSINA DOPO SOMMINISTRAZIONE ORALE
 
Autori
Marco De Bortoli (1), Marco Pelin (1), Michele Ardizzone (2), Dario Beltramo (2), Aurelia Tubaro (1), Silvio Sosa (1) (1) Dipartimento dei Materiali e delle Risorse Naturali, Università di Trieste, Trieste, Italia (2) Istituto di Ricerche Biomediche “Antoine Marxer��? RBM SpA, Colleretto Giacosa (TO), Italia
 
Abstract
La palitossina (PLTX) è un composto di origine non proteica estremamente tossico, isolato da zoantidi appartenenti al genere Palythoa e da dinoflagellati del genere Ostreopsis. Recentemente la presenza di PLTX e/o di suoi analoghi è stata rilevata nel mar Mediterraneo in concomitanza a proliferazioni di O. ovata ed in molluschi nel mar Egeo. Casi di letalità umana dopo consumo di pesce o di crostacei contaminati da PLTX sono stati riportati in zone tropicali e subtropicali, spesso senza una quantificazione della tossina. Inoltre, dati relativi alla tossicità di PLTX in vivo sono scarsi ed ottenuti con una tossina la cui struttura molecolare non era stata ancora completamente delucidata. La mancanza di dati di letteratura relativi agli effetti per os di PLTX rende necessaria la caratterizzazione del suo rischio tossicologico. A tale scopo è stato eseguito uno studio di tossicità acuta nel topo dopo somministrazione orale di PLTX. La tossina (Wako Pure Chemical Industries Ltd; Osaka, Giappone) è stata somministrata a topi a digiuno tramite gavage. Sette gruppi di cinque topi CD-1 femmine (18–20 g; Harlan Italy, Udine) sono stati trattati con 0, 300, 424, 600, 848, 1200, 1697 µg/kg di PLTX. Gli animali sono stati monitorati per le 24 ore successive al trattamento, registrando i sintomi ed il tempo di sopravvivenza. Dopo il decesso o il sacrificio a 24 ore, gli animali sono stati sottoposti ad esame necroscopico. Sono stati prelevati campioni di sangue per le analisi ematocliniche e campioni dei principali organi per l’analisi istologica al microscopio ottico. Dopo il trattamento, gli animali hanno manifestato prurito, seguito da jumping, incoordinazione motoria, difficoltà respiratorie, cianosi, perdita del riflesso di raddrizzamento e paralisi. La sintomatologia era chiaramente visibile a partire dalla dose di 600 µg/kg. La DL50, calcolata col metodo di Finney (Probit Analysis, 3rd Ed., Cambridge University Press, Cambridge, UK 1971), è risultata pari a 767 µg/kg (limiti di confidenza: 549-1039 µg/kg). Le analisi ematocliniche hanno evidenziato un aumento statisticamente significativo dei livelli plasmatici di creatina fosfokinasi, lattato deidrogenasi e aspartato transaminasi. L’analisi autoptica ha evidenziato arrossamento delle pareti gastriche, a partire dalla dose di 600 µg/kg. L’analisi istologica ha rivelato lieve o moderata infiammazione nella mucosa, sottomucosa e tonaca muscolare dello stomaco nella maggior parte degli animali trattati con dosi comprese tra 424 e 1200 µg/kg e sacrificati dopo 24 ore. A partire dalla dose di 600 µg/kg, nella maggior parte degli animali trattati è stata riscontrata una riduzione del contenuto di glicogeno negli epatociti ed una diminuzione del materiale secreto negli acini ghiandolari pancreatici. Anche se con minore incidenza, sono state rilevate dilatazione a livello dei tubuli renali ed ematopoiesi extramidollare a livello della milza. Non sono stati evidenziati danni al muscolo scheletrico, mentre a livello cardiaco si sono osservate fibre miocardiche singole o in gruppi, caratterizzate da citoplasma intensamente eosinofilo, sia in topi trattati con la tossina che in alcuni controlli. Sulla base delle osservazioni istologiche la NOEL (No Observed Effect Level) è valutabile in 300 µg/kg.