Per quasi 20 anni, i prodotti fitosanitari in Europa sono stati autorizzati secondo la Direttiva del Consiglio 91/414/EEC che dichiara che un antiparassitario può essere elencato nell'allegato I (“lista positiva") se almeno un uso rappresentativo non comporta rischi “inaccettabili” per la salute umana e l'ambiente. A seguito dell'entrata in vigore di questa Direttiva nel 1993, sono stati realizzati molti progressi scientifici per effettuare la valutazione di rischio ambientale, in particolare per le valutazioni di rischio “higher tier level”. Il nuovo regolamento 1107/2009, in attuazione dal 14 giugno 2011, pone in un contesto regolatorio molti degli approcci scientifici adottati con i documenti guida (“guidance documents”) e ormai correntemente in uso per la valutazione del rischio ambientale. Il regolamento, introduce, inoltre, nuovi “criteri di approvazione” ambientali con lo scopo di individuare preliminarmente le sostanze che, per le loro particolari caratteristiche chimico-fisiche e biologiche, quali l’elevata persistenza, la tendenza al bioaccumulo, o l’elevata tossicità, non devono essere immesse nell’ambiente, e per le quali quindi, non sarà richiesto il processo di valutazione di rischio. Tra questi criteri, per esempio, particolare attenzione è stata prestata agli effetti avversi sulle api e gli insetti impollinatori in generale, riconoscendo così il ruolo chiave della loro funzione negli ecosistemi e le ricadute economiche, non solo in campo agronomico.