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ABSTRACT

Title
Antiepilettici e allattamento al seno: dobbiamo dire di "no"? Esperienza del Centro Antiveleni di Bergamo
 
Authors
M. Carrara, B. Taddei, F. Lorenzi, A. Sangionanni, J. Eleftheriou e M.L. Farina
 
USSA Tossicologia Clinica Centro Antiveleni - Servizio di Informazione sui Farmaci in Gravidanza e Allattamento – OORR Bergamo 
 
 
 
Abstract
Introduzione
L’allattamento al seno comporta benefici sia per il bambino (minore morbilità e mortalità infantile per patologie infettive, allergiche, metaboliche, migliore sviluppo psicointellettivo), che per la madre (riduzione del rischio di osteoporosi, obesità, cancro della mammella e cancro ovarico), inoltre favorisce il rapporto psico-affettivo madre-bambino. L’OMS raccomanda l’allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi di vita.
L’epilessia ha un’incidenza stimata tra i 20 e 70 casi per 100.000 soggetti. La terapia farmacologica deve continuare per almeno tre anni dall’ultimo attacco e, in base ai quadri clinici, può protrarsi per tutta la vita. 
Durante il puerperio i dubbi sulla possibilità di allattare sono accresciuti dalla preoccupazione di rischi per il lattante, conseguenti al possibile passaggio nel latte del principio attivo o dei suoi metaboliti. Le fonti di informazione più comuni sono sovente oltremodo cautelative: globalmente per tutti i farmaci i foglietti illustrativi riportano in circa l’80% dei casi la controindicazione all’uso in gravidanza e allattamento, talvolta in contraddizione con i dati della letteratura. La mancanza di risposte certe è causa di possibili approcci di segno opposto, dall’allarmismo eccessivo alla sottovalutazione dei rischi reali, che condizionano le decisioni successive: ne consegue sovente che il medico sconsigli l’allattamento, o che la donna non assuma la terapia.
Materiali e metodi
Dal 2002 è attivo presso il Centro Antiveleni di Bergamo, in collaborazione con il Laboratorio per la Salute Materno-Infantile dell’Istituto M. Negri di Milano, un Servizio di informazione sull’uso di farmaci in gravidanza e allattamento (TIS).
Sono state analizzate le richieste pervenute al TIS nell’anno 2011, con particolare riferimento a quelle relative agli antiepilettici in allattamento. 
Risultati
Nel 2011 sono pervenute al TIS di Bergamo 12.358 richieste di consulenza: 6422 riguardavano i farmaci in allattamento, di cui 132 i farmaci antiepilettici; per questi ultimi le richieste riguardavano: carbamazepina 25%, fenobarbital 18.9%, levetiracetam 14.4%, acido valproico 12.1%, clonazepam 8.3%, lamotrigina 7.6%, topiramato 6.1%, oxcarbazepina 5.3%, magnesio solfato 1.5% e vigabatrin 0.8% dei casi. Nel 60% dei casi gli antiepilettici erano in monoterapia. L’età del lattante era inferiore ad un giorno nell’89.4% dei casi, tra 1 giorno e 6 mesi nel 9.8% e superiore ai 6 mesi nello 0.8%. Le risposte del TIS sono state: 1) farmaco compatibile con l’allattamento nel 17.4% dei casi, 2) allattamento non controindicato a priori, ma necessità di attento monitoraggio clinico del lattante nell’80.3%, riservando la sospensione dell’allattamento solo in caso di comparsa di segni clinici, 3) rischio significativo nello 0.8%, 4) mancanza di dati in letteratura nel 1.5% dei casi, 5) possibilità, per alcuni casi selezionati con farmaci a rischio, di mantenere l’allattamento affiancando anche il monitoraggio di laboratorio del lattante.
Conclusioni 
Nella necessità di una terapia farmacologica per la madre, è fondamentale che qualsiasi decisione presa per interrompere l’allattamento materno debba essere giustificata da un rischio per il bambino nettamente superiore al beneficio dell’allattamento al seno, e debba essere basata su dati di letteratura scientifica indipendente. Per quanto concerne il timore che l’assunzione di farmaci antiepilettici attraverso il latte possa compromettere lo sviluppo psico-intellettivo del bambino, uno studio recente ha evidenziato che il quoziente intellettivo (QI) a 3 anni di età di bambini allattati da madri in terapia con antiepilettici (acido valproico, carbamazepina, lamotrigina e fenitoina) non differiva da quello di bambini non allattati al seno.