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ABSTRACT

Title
Cannabinoidi e catinoni sintetici: aspetti clinici
 
Authors

D Lonati, E Buscaglia, S Vecchio, A Giampreti, VM Petrolini, M Mazzoleni, F Chiara, M Aloise, L Manzo, A Valli (1), L Rocchi (1), P Papa (1), L Rolandi (1), C Rimondo (2), C Seri (2), G Serpelloni (3), CA Locatelli 

Centro Antiveleni di Pavia e Centro Nazionale di Informazione Tossicologica, IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri e Università degli Studi, Pavia; (1) Laboratorio di Tossicologia Clinica Analitica, IRCCS Fondazione Policlinico San Matteo, Pavia; (2) Sistema Nazionale di Allerta Precoce, Dipartimento Politiche Antidroga, presidenza del Consiglio dei Ministri; (3) Dipartimento Politiche Antidroga, presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma

 
Abstract

L’Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze (OEDT) identifica i cannabinoidi e i catinoni sintetici come le “droghe progettate” più attuali. I cannabinoidi sintetici sono molecole, funzionalmente analoghe ai cannabinoidi naturali, che svolgono attività prevalente sui recettori CB1 e CB2. Sono stati identificati in miscele di erbe, resine, polvere (bianca, ocra, beige) e in soluzioni liquide. Il consumo di questi prodotti è diffuso anche tra gli adolescenti soprattutto per la facile reperibilità in rete o in negozi dedicati. Attualmente la mancanza di test diagnostici rapidi (es. point of care) per la conferma del sospetto diagnostico in urgenza (la ricerca per THC in urine risulta negativa) condiziona l’identificazione dei casi. Attraverso l’attività mirata del Sistema Nazionale di Allerta Precoce, dal gennaio 2010 al dicembre 2011, in Italia sono stati registrati 32 casi di intossicazione acuta. L’età compresa tra i 14-21 anni è quella più rappresentata (62.5%). Le manifestazioni cliniche più frequenti sono state: tachicardia (21/32), agitazione (16/32), confusione mentale (13/32), midriasi (12/32), allucinazioni (6/32),  coma (4/32) e convulsioni (2/32). In 19 casi l’intossicazione è stata confermata dalle analisi tossicologiche e sono stati identificati: JWH-122 (10 casi), JWH-018 (4), JWH-250/JWH-122 (3), JWH 122/018 (1) e JWH-122/073/018 (1). Tutti i pazienti sono stati trattati in modo sintomatico e dimessi, nella maggior parte dei casi, dopo 24-36 ore.
I catinoni, analoghi delle fenetilamine, possono essere venduti/commercializzati in compresse di vari colori/forme, capsule, polvere/cristalli (che possono contenere sia differenti catinoni sia associazioni con altre sostanze) in confezioni di “sali da bagno” o “fertilizzanti per piante”. I catinoni possono essere ingeriti, sniffati/fumati o assunti per via iniettiva o rettale. Il mefedrone (4-MMC), uno dei primi catinoni identificati, è caratterizzato da attività simpaticomimetica, correlata prevalentemente al rilascio a livello pre-sinaptico di catecolamine e all’inibizione della ricaptazione dei neurotrasmettitori monoaminergici. Gli effetti clinici più comunemente riportati sono: ansia, ridotta capacità di concentrazione e della memoria a breve-termine, irritazione della mucosa nasale, cefalea, tachicardia, ipertensione, iperidrosi, midriasi, trisma, bruxismo, allucinazioni, grave agitazione psicomotoria e aggressività. Per molti dei catinoni sintetici identificati anche sul territorio italiano non sono disponibili dati completi relativi alle caratteristiche farmacologiche, al preciso meccanismo d’azione e ai possibili effetti tossici. La clinica di presentazione non è distinguibile dagli effetti acuti da MDMA o da cocaina. Attualmente in Italia sono stati registrati 4 casi (età compresa tra 18 e 36 anni) di intossicazione acuta da catinoni sintetici. I sintomi presentati sono stati: midriasi, ansia, panico, allucinazioni visive e uditive, agitazione psicomotoria e atteggiamento violento. In un caso l’assunzione (ingestione/sniffing) del prodotto acquistato in uno smart-shop (come concime per piante) ha determinato, oltre ad effetti sistemici, anche iperemia del cavo orale, edema della glottide e dell’ugula. Tutti i pazienti sono stati trattati in modo sintomatico e dimessi dopo 24-48 ore di osservazione.