ABSTRACT
Tossicologia d’Urgenza e Centro Antiveleni - Centro Antidroga e Farmacologia Clinica, Umberto I Policlinico di Roma – Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia, “Sapienza” Università di Roma, Piazzale Aldo Moro, 5, 00185, Roma, Italia
Il fumo è la più importante causa prevenibile di malattia e di morte prematura e rappresenta, anche in Italia, un grave problema di sanità pubblica. La prevenzione dei danni alla salute derivanti dall’esposizione attiva e passiva al fumo di tabacco costituisce un obiettivo prioritario della politica sanitaria del nostro Paese e dell’UE. Nel mondo muoiono per patologie fumo-correlate 4 milioni di persone l’anno (85.000-90.000 in Italia), che diventeranno 10.000.000 nel 2020, se si mantiene l’attuale tendenza. Attualmente in Italia 11 milioni di adulti sono fumatori, il 21.7% circa dell’intera popolazione e di questi fumatori solo il 27% dichiara di aver provato a smettere almeno una volta nella vita (1). Il fumo del tabacco ha un ruolo determinante nelle quattro cause più comuni di morte negli Stati Uniti: i) malattie coronariche, ii) tumori, iii) patologie cerebro-vascolari, e iv) BPCO. Il 70- 90% dei fumatori dichiarano che vorrebbero smettere di fumare ma solo 1 su 3 ci riesce a causa della dipendenza causata dalla nicotina. La nicotina è inclusa nel DSM IV tra le sostanze d'abuso e la dipendenza da nicotina è considerata una "malattia cronica recidivante". Poiché molte patologie correlate con il fumo del tabacco migliorano in seguito alla cessazione, sono state messe a punto, in aggiunta alla legge introdotta in Italia nel gennaio 2005, che ha vietato il fumo in tutti i luoghi pubblici, linee guida al fine di promuovere la cessazione dal fumo (2). Le linee guide raccomandano l’uso: i) della terapia farmacologica (terapia sostitutiva nicotinica; bupropione, farmaco antidepressivo agonista dopaminergico; vareniclina, agonista parziale dei recettori nicotinici α4β2, responsabili della dipendenza da nicotina) e ii) della terapia di counseling cognitiva comportamentale individuale o di gruppo. L’associazione della terapia farmacologica con il counseling è quella che ha consentito di ottenere le maggiori percentuali di cessazione; in particolare quando associata a terapia cognitivo comportamentale di gruppo aumenta l’astinenza dopo un anno dalla cessazione (odds ratio: 4.3, 95% CI=2.1-8.9) (3-5). E’ in fase di sperimentazione clinica il Vaccino antinicotina: iniettando una singola dose di nicotina in ratti vaccinati la nicotina che raggiunge il cervello è ridotta del 64%.
Importante, nella dipendenza tabagica, l’assistenza da parte dei medici di base nel consigliare e motivare i fumatori a smettere, il così detto: ’intervento minimo’ che ha lo scopo di creare o rafforzare la motivazione a smettere accompagnando il paziente all’azione. E’ un intervento rapido ed efficace e si basa sul modello delle cinque “A”: Ask, Advice, Assess, Assist, Arrange, studi hanno dimostrato che ricevere un consiglio da un medico aumenta le percentuali di sospensione dall’abitudine al fumo.
Recenti studi, infine, hanno analizzato il ruolo delle Facoltà di Medicina nell’impartire agli studenti le conoscenze di base su la dipendenza da nicotina, la relativa terapia e l’assistenza dei pazienti fumatori e hanno sottolineato come la dipendenza da nicotina e i problemi relativi al fumo di tabacco debbano far parte del core curriculum degli studenti (6). Attualmente, poca attenzione è rivolta a questo argomento nei corsi di laurea in Medicina, come conseguenza i medici in Italia non consigliano i fumatori a smettere né prescrivono la relativa terapia farmacologica (7).
1. OssFAD, 2010, Indagine DOXA
2. Fiore MC et al, 2008, Treating tobacco use and dependence: 2008 update.
3. Grassi MC et al, 2006, Drug Dev Res, 67, 271
4. Grassi MC et al, 2009, Nicotine Tob Res, 11, 1114
5. Grassi MC et al, 2011, J Subst Abuse Treat, 41, 64
6. Grassi MC et al, 2012 , Nicotine Tob Res, in press
7. Ferketich AK et al, 2008, Am J Prev Med, 35, 60