ABSTRACT
aDipartimento Clinico Sperimentale di Medicina e Farmacologia, Università di Messina.
bUnità Operativa Complessa di Allergologia e Immunologia Clinica, Azienda Ospedaliera Universitaria “Policlinico G. Martino”, Messina.
La dermatite allergica da contatto (DAC)è una reazione cutanea da ipersensibilità che insorge dopo un contatto diretto con sostanze chimiche o irritanti a basso peso molecolare, mediata da meccanismi immunologici prevalentemente cellulo-mediati. Il nickel solfato è riconosciuto universalmente quale il più importante agente responsabile di DAC. Per quanto riguarda gli aspetti clinici dell’allergia al nickel, l’attenzione degli studiosi, si è negli ultimi tempi focalizzata, oltre che sulla sintomatologia distrettuale dovuta al contatto diretto, su una serie di disturbi causati dall’assorbimento in circolo del metallo. Casi di eczema generalizzato e di orticaria cronica, sono stati riscontrati in pazienti con DAC al nickel, portatori di protesi metalliche, odontoiatriche od ortopediche. Essi sono stati riportati da diversi Autori che hanno collegato la sintomatologia al lento passaggio in circolo del metallo. Inoltre, è stato osservato come in alcuni pazienti con diagnosi di DAC al nickel, il metallo introdotto con gli alimenti, possa causare la manifestazione di una sintomatologia cutanea diffusa associata a sintomi gastrointestinali come nausea, pirosi gastrica, meteorismo, dolore addominale, costipazione o diarrea.
Poiché è stato suggerito il coinvolgimento di diverse citochine nella genesi e nell’ampliamento delle manifestazioni cliniche della allergie ai metalli, abbiamo misurato i livelli di alcune di esse prima e dopo il trattamento con una terapia iposensibilizzante orale specifica per il Nickel.
Sono stati reclutati 22 pazienti affetti da DAC al nickel, tra i pazienti che afferiscono all’U.O.C. di di Allergologia ed Immunologia Clinica del Policlinico Universitario G.Martino di Messina. A questi pazienti, allo scopo di indurre tolleranza al Nickel, è stata prescritta una terapia iposensibilizzante a base di capsule contenti Nickel solfato secondo uno schema di trattamento a dosaggio crescente della durata complessiva di due anni. Tale terapia si è dimostrata efficace nell’indurre tolleranza clinica al nickel contenuto negli alimenti con una bassa incidenza di effetti collaterali, come pirosi gastrica, prurito ed eritema; con il risultato concreto di vedere nettamente migliorate le condizioni cliniche dei pazienti e significativamente attenuate le limitazioni della condotta alimentare alle quali erano vincolati. Al momento del reclutamento, dopo il primo anno e alla fine del trattamento (dopo due anni), è stato effettuato un prelievo ematico e sui campioni prelevati è stata effettuata la misurazione delle seguenti citochine: IL-2, IL-6, IL-10, IL-12, IL-17, ICAM-1.