ABSTRACT
Centro Antiveleni di Pavia-Centro Nazionale di Informazione Tossicologica
IRCCS Fondazione Maugeri
L’avvelenamento è un comune metodo di autolesionismo. In Australia l’intossicazione con farmaci è utilizzata nel 12% dei suicidi e l’intossicazione con altre sostanze nel 16%. Nel Regno Unito gli antidepressivi sono coinvolti nel 20% di tutti i suicidi per avvelenamento e nel 20-30% di tutte le overdose non fatali. Il farmaco scelto è spesso tra quelli disponibili e se è presente una patologia psichiatrica di base, il farmaco coinvolto è spesso un neuropsicofarmaco. In Italia i farmaci per il sistema nervoso centrale sono al quarto posto per prescrizione e al terzo posto per spesa territoriale. Le conseguenze reali di queste intossicazioni dipendono dalla potenzialità lesiva delle sostanze assunte, dalla modalità e dosi dell’intossicazione e dalla rapidità dell’accesso alle cure. La determinazione dell’intento autolesivo sembra correlabile al sesso (maggiore negli uomini) e all’età: con l’avanzare dell’età infatti aumenta la mortalità delle intossicazioni a scopo auto lesivo. La percezione individuale della potenzialità letale di quanto assunto risulta coerente con la propria determinazione a suicidarsi, ma non coincide sempre con la reale potenzialità letale dell’intossicazione. In particolare sono gli effetti su organi e apparati diversi dal sistema nervoso centrale i meno attesi e più sottovalutati dal paziente.
I dati disponibili sugli effetti in sovradosaggio dei neuropsicofarmaci sono spesso incompleti e si basano su casistiche disomogenee. La carenza di conoscenza riguarda soprattutto le molecole più recentemente introdotte sul mercato. Inoltre nella grande maggioranza dei casi le intossicazioni sono miste, ovvero coinvolgono diversi farmaci contemporaneamente. Ciò rende ogni caso un evento relativamente raro, la cui prognosi non sempre è completamente prevedibile.
Nella gestione clinica del gesto anticonservativo mediante intossicazione da farmaci, sono diversi i problemi da prendere in considerazione. a) Gli effetti tossici dei farmaci assunti in overdose possono richiedere monitoraggi specifici e/o terapie antidotiche complesse. B) I trattamenti di decontaminazione possono comprendere, oltre alle comuni metodiche gastrointestinali, procedure endoscopiche e di depurazione extracorporea. c) Solo alcuni farmaci coinvolti in queste intossicazioni possono essere dosati da un elevato numero di laboratori sul territorio nazionale; per tutti gli altri, l’intossicazione viene gestita nella maggior parte dei casi senza il supporto del dato analitico. Tutti questi fattori richiedono pertanto che la gestione del paziente richieda spesso un ricovero in reparti ad alta intensità di cura.