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ABSTRACT

Title
Intossicazione da paracetamolo nel gesto anticonservativo. Casistica del Centro Antiveleni di Milano nel biennio 2009-10
 
Authors
Borghini R.*, Stella A.*, Assisi F.*, Bissoli M.*, Della Puppa T.*, Dimasi V.*, Ferruzzi M.*, Georgatos J.*, Milanesi G.*, Moro PA.*, Panzavolta G.*, Pirina A.*, Rebutti I.*, Sesana FM., Severgnini P.**, Travaglia AR.*,  Davanzo F.*

*  Centro Antiveleni, A.O. Niguarda-Cà Granda, Milano
**Università degli Studi dell’Insubria
 
Abstract
Introduzione
Nella casistica del Centro Antiveleni di Milano (CAV) le intossicazioni acute da paracetamolo costituiscono una voce di primaria importanza. Questo farmaco, utilizzato per patologie di lieve entità, generalmente viene percepito dal grande pubblico come relativamente sicuro. Di conseguenza spesso è utilizzato nei gesti anticonservativi soprattutto a scopo dimostrativo, con gravi conseguenze in termini di prognosi quoad vitam.  Sono state analizzate retrospettivamente le consulenze richieste al CAV relative alle intossicazioni acute da paracetamolo con finalità anticonservative nel biennio 2009 – 2010 focalizzando l’attenzione sui casi di particolare gravità, verificando l’efficacia della terapia antidotica e la compliance delle strutture sanitarie nel seguirla come da protocollo standard consigliato dal CAV.
Materiali e Metodi                                 
La popolazione è costituita  dai casi di intossicazione acuta da paracetamolo con finalità autolesive gestiti dal CAV nel biennio 2009-10 (32,4% delle intossicazioni acute totali da paracetamolo nel 2009 n= 485 casi su un totale di 1.496  e 30,2% nel 2010  n= 409 casi su un totale di 1.351). La provenienza geografica delle consulenze vede la netta prevalenza delle regioni settentrionali (63,5% delle chiamate nel 2009 e il 60,1% nel 2010).  Le richieste provengono per la maggior parte dei casi da strutture ospedaliere distribuite su tutto il Territorio italiano ( 90,6% nel 2009 e 92,5% nel 2010).  Prevale il sesso femminile (67,3% nel 2009 e 69,5% nel 2010).  Il tempo intercorso tra assunzione del farmaco ed il contatto con il CAV è stato inferiore alle tre ore nel 72,7% dei casi nel 2009 e nel 71,8% dei casi nel 2010. Le intossicazioni più gravi, ovvero quelle in cui è reso necessario il ricovero presso un reparto di Terapia Intensiva sono state circa il 2%. Nel corso del follow-up telefonico sono stati selezionati in particolare 18 casi di particolare gravità per il  quadro clinico presentato.
Risultati e Conclusioni
I 18 pazienti avevano ingerito il paracetamolo come tale o in associazione con altre molecole, per lo più altri FANS, ed erano giunti in PS entro 3 ore dall’avvenuta assunzione; non è stato possibile stabilire la quantità esatta di compresse assunte. Sono stati sottoposti a decontaminazione mediante gastrolusi, somministrazione di carbone attivo e purgante salino o SELG. Sebbene la terapia con  N-acetilcisteina (NAC) (secondo protocollo standard  per via endovenosa utilizzato dal CAV di Milano) sia stata iniziata più precocemente possibile, al momento della richiesta di consulenza ben 17 pazienti presentavano già una alterazione degli indici di funzionalità epatica (ALT= 600-1000 U.I./L). Nessuno dei pazienti ha avuto necessità di terapie più invasive quali l'emodialisi o il trapianto di fegato. Non si sono registrati casi di decesso. Un paziente in particolare, come peraltro già descritto in Letteratura,  ha presentato insufficienza renale non accompagnata da danni epatici: tale anomalia potrebbe ascriversi a peculiarità genetiche proprie del soggetto. La  NAC quindi, non solo costituisce l’ unico antidoto valido per l’intossicazione da paracetamolo, ma è efficace anche se somministrata in tempi non ottimali rispetto a quelli consigliati dai protocolli di trattamento.
Bibliografia
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