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ABSTRACT

Title
Heracleum mategazzianum: specie alloctona infestante, causa di severe foto dermatiti. Proposta di campagna di prevenzione.
 
Authors
F. Davanzo*, S. Perego§, E. Banfi§, G. Galasso#, G. Milanesi*, F.M. Sesana*, F. Cassetti*, P.A. Moro*,  E. Martino*, A. Pirina*, A. Celentano *, I. Rebutti. *, C. Falciola*, M.L. Colombo
 
* Centro Antiveleni P.zza Ospedale Maggiore 3, 20162 Milano
§ Gruppo Botanico Milanese, c/o Museo di Storia Naturale, c.so Venezia, 55, Milano
# Museo di Storia Naturale, c.so Venezia, 55, Milano
Dip. Scienza e Tecnologia del Farmaco, Facoltà di Farmacia, Università di Torino
 
Abstract

La presenza infestante della pianta erbacea alloctona Heracleum mantegazzianum (Sommier & Levier) sul territorio nazionale sta trasformandosi in un vera e propria emergenza per la salute. Il semplice contatto con questa specie e la successiva esposizione al sole possono provocare delle gravi foto dermatiti (non su base allergica) caratterizzate da un corteo di sintomi e segni di gravità da lieve a severa quali eritema e bolle, che richiedono un impegno terapeutico e farmacologico. Possono inoltre esitare in sequele di discromie sulla cute esposta.
Heracleum mantegazzianum, specie esotica originaria del Caucaso, è stata introdotta in Europa per scopi ornamentali e si è poi diffusa spontaneamente. Le informazioni da noi raccolte evidenziano come dopo un iniziale stato di quiete durato qualche anno ora la specie sia in via di graduale espansione. Infatti le prime segnalazioni sono state effettuate circa 20 anni fa a Pré-Saint-Didier - La Balme di pochi esemplari poi scomparsi, cui è seguita la comparsa a Courmayeur in un giardino; di lì la diffusione lungo scarpate che circondano il parcheggio della funivia del Monte Bianco, nel villaggio di La Palud; inoltre individui isolati sono stati identificati in Val Sapin. Come dimostra una recente pubblicazione (22-24 aprile 2009 G8 Ambiente Siracusa: Atti del Summit), che riporta una prima mappatura delle aree interessate, la diffusione della pianta infestante è già notevole.
In numerosi stati europei ed extraeuropei è già in corso un tentativo di contenimento e in Italia misure simili sono state da tempo intraprese in Valle d’Aosta. (comunicazione personale del Servizio Aree protette della Regione Autonoma della Valle d’Aosta).
H. mantegazzianum, come diverse altre specie appartenenti al genere Heracleum e numerose altre
ombrellifere (Apiaceae), produce furanocumarine lineari quali ad es. psoralene, bergaptene, xantotossina, isopimpinellina (MICROMEDEX 1974 – 2009). Si tratta di composti fototossici in grado di assorbire le radiazioni ultraviolette (in particolare le UVA) passando così ad uno stato elettronico eccitato, per poi trasferire l’energia in eccesso ad altre molecole (come ad esempio l’ossigeno) e formare dei radicali liberi fortemente tossici per le membrane cellulari e per il DNA.
Per questo motivo, nelle zone della cute entrate in contatto con la secrezione di H. mantegazzianum, l’esposizione alle radiazioni solari provoca una serie di eventi a catena che culminano con l’instaurarsi diuno stato infiammatorio (fitofotodermatite) caratterizzato da arrossamenti, rash e lesionipapulovescicolari e talvolta necrotiche (dovute al danno del DNA) anche persistenti.Normalmente, i primi segni della fotodermatite compaiono 24 ore circa dopo l’esposizione e peggiorano gradualmente nei giorni successivi. Le zone colpite possono riportare danni permanenti simili a quelli da ustione (cicatrici e/o zone iperpigmentate) e rimanere fotoreattive molto a lungo, anche anni, con il conseguente rischio di recidive. Inoltre sembra che le dermatiti possano comparire anche se la cute è protetta dagli indumenti.
Nel corso di questi ultimi anni, si è osservato un costante incremento di soggetti che sono venuti a contatto con la pianta, per semplice sfregamento di un ramo, di foglie, riportando severe lesioni.
Considerato l’ impatto che la fitofotodermatite potrebbe avere sulla salute pubblica e vista la rapida diffusione della pianta infestante, andrebbero intrapresi interventi di contenimento, di eradicazione e comunicazione/informazione alla popolazione simili a quelli previsti ogni anno al momento della fioritura di un’altra specie infestante altamente allergenica: Ambrosia artemisiifolia L.