ABSTRACT
L. Cammareri 1, F. De Santis 1, A. Ferruzza 1, M. Sapio 1, A. Pignataro 1, G. Di Marco 2, F. Verghi 2, D. Lonati 3
1. UOC Anestesia e Rianimazione, Ospedale Buccheri La Ferla FBF
2. UO Emergenza, Accettazione Urgenza, Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello
3 Centro Antiveleni Pavia
Il botulismo alimentare è un’infezione provocata da una neurotossina prodotta dal Clostridium Botulinum che contamina le conserve, specie se preparate in casa; la tossina agisce bloccando in modo irreversibile il rilascio di acetilcolina a livello della giunzione neuromuscolare. I sintomi si manifestano da poche ore a giorni dopo l’ingestione della tossina. Nei casi più severi, la paralisi dei muscoli respiratori necessita di ventilazione meccanica. Descriviamo di seguito un caso clinico da noi trattato. Il 9 ottobre 2011 una ragazza di 21 anni veniva ricoverata in terapia intensiva (UTIR), per sospetta intossicazione da botulismo alimentare; insieme a 3 coetanei, circa 72 ore prima, aveva assunto una conserva di melanzane. Dopo 48 h dalla cena, tutti i commensali manifestavano nausea, vomito e stipsi; nelle ore successive, per visione offuscata e disfagia i giovani ricorrevano al pronto soccorso. Il medico di guardia, contattato il Centro Antiveleni (CAV) di Pavia, concordava il ricovero dei 4 ragazzi in terapia intensiva; uno dei 4 pazienti veniva accolto presso la nostra UTIR, gli altri 3 in altre terapia intensive cittadine. In UTIR la paziente era vigile e orientata, astenica, con ptosi palpebrale, midriasi, assenza di peristalsi e disfagia severa. I medici del CAV concordavano con i colleghi delle terapie intensive la richiesta di siero antibotulinico (inoltrata al “Magazzino Centrale Materiale Profilattico” con sede a Roma). 3 tamponi rettali, 2 provette di siero, 1 campione da lavaggio rettale e un campione dell’alimento sospetto, furono inviati il giorno successivo a Roma al “Laboratorio Nazionale Qualità degli Alimenti” (organo dell’ Istituto Superiore di Sanità cui fa capo il Centro di Riferimento Nazionale per il Botulismo) per la ricerca del clostridio e della tossina. Il trasporto dei sieri antitossina e dei campioni biologici di tutti i pazienti, è stato operato da staffette della polizia. Alla somministrazione dell’antitossina botulinica, dopo 24 ore dal ricovero, seguiva una riduzione della ptosi palpebrale e dell’astenia; permanevano midriasi bilaterale e disfagia. Nelle 48 ore seguenti si riduceva la midriasi e riprendeva la peristalsi.Al 4°giorno, il recupero della forza muscolare e della cenestesi, permettevano il trasferimento della paziente in medicina con l’indicazione ad una ulteriore settimana di osservazione. All’11° giorno la paziente veniva dimessa con completa risoluzione della sintomatologia. Risulteranno positivi al clostridio i tamponi rettali e l’enema, negativa invece la ricerca di tossina sia nel siero che nel lavaggio rettale.Il botulismo in Italia è un problema di Sanità Pubblica (20-30 casi/anno) per la tradizione di preparazione domestica di conserve. L’anamnesi e il sospetto diagnostico impongono il ricovero in terapia intensiva. La prognosi della malattia è strettamente connessa alla tempestività e adeguatezza della terapia: il trattamento intensivo e l’uso di antitossine polivalenti riducono in maniera drastica la mortalità (5%) e, superata la fase paralitica, si ha la completa guarigione. La diagnosi si basa sulla ricerca della tossina nel siero e nelle feci del paziente e negli alimenti incriminati (test della neutralizzazione della tossina con antitossina su cavia) e l’esame colturale. Il trattamento non deve attendere la prova su cavia. Alla somministrazione del siero anti-botulinico sono possibili reazioni allergiche e malattia da siero: l’infusione, pertanto, deve essere effettuata sotto stretto controllo medico. Ogni caso di botulismo deve essere segnalato, tramite un’apposita scheda, al Ministero della Salute- Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria ed all’ Istituto Superiore di Sanità- Centro Nazionale di Riferimento per il Botulismo. Un deposito centrale permette il reperimento e la consegna dei sieri antitossina su tutto il territorio nazionale. I CAV garantiscono la competenza e il supporto decisionale necessario.