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ABSTRACT

Title
Studio di tollerabilità in cellule cerebrali e non, dopo esposizione a breve e a lungo termine alla BPA-f, un radiosensibilizzante nella Terapia per Cattura Neutronica del Boro 
 
Authors

U. De Simone1, E. Roda1, J. Bakeine2, C. Ferrari3, L. Manzo1,2, T. Coccini1

 
1IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri, Servizio di Tossicologia, Istituto di Pavia; 2Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Medicina Interna e Terapeutica, Sezione di Tossicologia; 3Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Laboratorio di Chirurgia Sperimentale, Pavia, Italia.
 
Abstract

La Terapia per la Cattura Neutronica del Boro (BNCT) è un’alternativa di cura selettiva e mirata per i tumori radioresistenti e per tutti quelli in cui la rimozione chirurgica non è possibile come nei tumori cerebrali (es. Glioblastoma). Il principio fisico è molto semplice consiste in un sistema binario composto da due componenti: neutroni e Boro. Le reazioni di cattura neutronica termica e di fissione hanno luogo quando il 10Boro (isotopo non radioattivo) cattura i neutroni a bassa energia e si disintegrano in particelle ionizzanti alfa e Litio. Queste particelle rilasciano grandi quantità di energia in un raggio piccolissimo (< 10 µm). La possibilità di successo clinico della BNCT è strettamente legata alla concentrazione di boro che si accumula selettivamente nelle zone tumorali. Attualmente la BNCT è utilizzata in trials clinici in pazienti con tumori cerebrali. Ai pazienti viene infusa la Borofenilalanina complessata con il fruttosio (BPA-f), la quale è selettivamente internalizzata nelle cellule tumorali attraverso il meccanismo di trasporto degli amminoacidi (LAT-1) overespresso nelle cellule cancerose. Recenti studi suggeriscono che infusioni prolungate e alte dosi di BPA-f ottimizzano l’efficienza della BNCT. Nonostante questo, rimangono da chiarire gli effetti tossicologici per lunghe esposizioni ed alte dosi di BPA-f.
In questo studio è stata valutata la tossicità a concentrazioni crescenti della BPA-f (20 – 100 µgBeq/ml) a diversi tempi di esposizione (24 e 48 ore e 7 o 10 giorni) nel sistema nervoso centrale usando un modello in vitro (linea cellulare di Astrocitoma Umano - D384). I risultati ottenuti sono stati confrontati con la linea cellulare primaria non neuronale (Fibroblasti - F26). Nello studio di tossicità sono stati valutati i seguenti endpoint: integrità di membrana e morfologia cellulare (Calcein-AM/Ioduro di Propidio), disfunzione mitocondriale (MTT assay) e crescita e proliferazione cellulare (test clonogenico per gli effetti subletali).
La Calcein-AM/Ioduro di Propidio, per entrambe le linee cellulari (D384 e F26), dopo 24 e 48 ore ha mostrato una distribuzione uniforme della fluorescenza verde all’interno delle cellule indicando quindi integrità di membrana, anche la morfologia cellulare non risulta essere alterata rispetto al controllo.
Al contrario i dati ottenuti per mezzo dell’MTT hanno mostrato una citotossicità dose dipendente. Dopo 48 ore e alla dose più alta (100 µgBeq/ml) è stata osservata nelle cellule D384 una mortalità cellulare di circa 60%, mentre nella linea cellulare F26 non sono stati osservati effetti citotossici per nessun tempo e per nessuna dose testata.
L’esposizione prolungata (7 o 10 giorni), valutata per mezzo del test clonogenico, nelle cellule D384 ha mostrato variazioni dose dipendente nel: (i) numero delle colonie formatosi con un massimo di riduzione (circa 85%) alla dose più alta (100 µgBeq/ml); (ii) capacità proliferativa con una riduzione della dimensione delle colonie da 70 all’85% circa nel range di BPA-f da 40 a 100 µgBeq/ml. È stata valutata anche l’alterazione della morfologia delle colonie, il 50% circa delle colonie presentano alterazione alle dosi più alte (80 - 100 µgBeq/ml).
Nella linea cellulare F26 non è stato possibile valutare il numero, la dimensione e l’alterazione delle colonie in quanto essendo elementi epiteliali tendono a formare il monostrato. L’analisi qualitativa indica un decremento della densità cellulare dose dipendente, alle concentrazioni più elevate (80 - 100 µgBeq/ml) il fenomeno risulta evidente.
Questo studio conferma la tossicità dose dipendente nelle cellule cerebrali. Inoltre nelle stesse è stata individuata una dose di tollerabilità per la BPA-f di 40 µgBeq/ml, ed è emerso anche che c’è una correlazione tra tossicità e tempo di esposizione alla BPA-f tessuto specifica. (Fondi di Ricerca da Cariplo 2009 e Ministeri della Salute, della Ricerca e dell’istruzione).