ABSTRACT
Accelera srl, Nerviano MI
L’immissione sul mercato di un farmaco é un processo complesso, lungo ed oneroso sempre basato sull’integrazione di tre fondamentali componenti: la qualità, l’efficacia e la sicurezza.
Queste caratteristiche non sono legate alla tipologia del candidato farmaco ma sono aspetti indispensabili sia che si tratti di una small molecule, di un farmaco antitumorale, di un anticorpo o di un farmaco biologico in genere.
Sono sempre comuni anche i passaggi del processo di sviluppo: dalle fasi più precoci della ricerca, alla caratterizzazione pre-clinica e clinica, per terminare nella farmacovigilanza.
Anche se per i farmaci biologici esistono diversi tipi di suddivisione si possono generalmente intendere alcuni principali tipi di composti: gli anticorpi monoclonali, le proteine ricombinanti (e.g. ormoni, enzimi e citochine), molecole ibride (e.g. coniugati e “pegilati”) ed infine vaccini, oligonucleotidi, terapie geniche e cellulari.
Come sempre la valutazione pre-clinica é un prerequisito indispensabile prima della sperimentazione nell’uomo per indirizzare gli aspetti relativi alla tossicità (tossicologia generale e safety pharmacology), alla esposizione sistemica (bioanalitica e farmacocinetica) e la valutazione dell’immunogenicità. E’ evidente che i prodotti biologici avendo caratteristiche diverse dalle small molecules necessitano di un approccio diverso. La prima problematica tipica legata alle caratteristiche dei farmaci biologici é la specificità di binding e di affinità delle molecole (specie-specificità) e che impatta sulla selezione della specie più adatta. In quest’ottica può essere accettabile l’utilizzo di un’unica specie dove il composto è farmacologicamente attivo, in quanto l’utilizzo di specie che non esprimono il target può essere inutile od anche fuorviante oltre che eticamente discutibile. E’ importante sottolineare come nella maggioranza dei casi gli effetti avversi osservati siano attribuibili ad una esagerata attività farmacologica sul target. La linea guida ICHS6 ed il suo addendum riportano i principi ispiratori del pacchetto preclinico per i prodotti biologici più “convenzionali”. E’ generalmente accettato un approccio case-by-case se adeguatamente sostenuto da un razionale scientifico. E’ implicito che le attività principali dovranno essere eseguite secondo i principi delle Buone Pratiche di Laboratorio (GLP).
Una volta che la (o le) specie è stata selezionata sulla base della specificità e della predittività della sua risposta farmacologica (spesso la scelta ricade sui primati non umani per similarità filogenetica con i target umani) devono essere disegnati gli studi tossicologici tenendo in considerazione gli effetti farmacologici, il tipo di utilizzo clinico, la durata del trattamento, la via di somministrazione ed ovviamente le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche, non appena definite (importanti nel trattamento ripetuto).
Lo scopo degli studi tossicologici resta in linea di massima invariato: identificare una dose clinica di partenza, identificare gli organi target e le potenziali tossicità limitanti (DLT), valutare la dose-risposta e la reversibilità degli effetti avversi ed infine suggerire i marcatori per il monitoraggio clinico.
Alcuni aspetti peculiari ben noti dei farmaci biologici includono la capacità di stimolare od interferire con il sistema immunitario, specialmente nei modelli preclinici, così che una valutazione approfondita del sistema immunitario e la misurazione dell’eventuale formazione di anticorpi anti-farmaco è raccomandata, anche per un eventuale impatto sulla biodisponibilità.
In conclusione lo sviluppo preclinico di un farmaco biologico pone problematiche diverse rispetto ad un farmaco convenzionale e, anche se sono disponibili delle linee guida, richiede esperienza specifica per la definizione e l’esecuzione di un pacchetto adeguato.