ABSTRACT
E. Malavasi*, C. Schepisi*, S. Mattera**, M. C. Grassi**
*Scuola di Specializzazione in Tossicologia Medicae**Tossicologia d’Urgenza e Centro Antiveleni Umberto I, Policlinico di Roma –“Sapienza”Università di Roma
Piazzale Aldo Moro, 5, 00185, Roma, Italia
Il paracetamolo, N-acetil-p-aminofenolo, è uno dei farmaci analgesici e antipiretici più utilizzato in età pediatrica e adulta. A dosi terapeutiche è considerato un farmaco sicuro, tuttavia il sovradosaggio può causare severa epatotossicità per la formazione di un metabolita intermedio reattivo (N-acetil-p-benzochinoneimina, NAPQI). L’uso diffuso del paracetamolo ha causato un aumento nella frequenza degli avvelenamenti, a volte con esito letale.ICentri Antiveleni (CAV)sono sempre più coinvolti nella gestione dell’intossicazione da paracetamolo e possono fornire iltrattamento antidotico, l’N-acetilcisteina (NAC) (1,2).
Sono state esaminate2387 cartelle cliniche relative alle chiamate ricevute dal CAV dell’Umberto I, Policlinico di Roma da giugno 2010a dicembre 2011. Sono stateselezionate le schede che riguardavano le intossicazioni da farmaci e da queste ultime estrapolate quelle in cui il paracetamolo era l’unica o la principale causa di intossicazione.
Il 37% (n=887) delle chiamate pervenute al CAVnel periodo considerato eranodovute a intossicazioni da farmaci, di queste, il 5% (n=41)riconoscevano il paracetamolo come principale o unica causa di intossicazione: in particolare il 5.8% in età pediatrica (≤ 6 anni) e il 3.4% in età adulta (≥ 15 anni).Nel 76% (n=31) dei casi,il paracetamolo costituiva l’unico principio attivo presente nella specialità farmaceutica e nei restanti casi era presente in associazione con codeina, clorfenamina o caffeina. La co-assunzione del paracetamolo con altri farmaci è stata riportata nel 20% (n= 8) dei soggetti,nel 27% (n=11) il tempo trascorso dall’assunzione risultava sconosciuto; nel 46% (n=19) la chiamata era avvenuta entro le 2 ore, nel 20% (n=8) tra le 2 e le 24 ore e nel restante 7%(n=3) da più di 24 ore. Solo 4 soggetti erano sintomatici con presenza di vomito, dolori gastrointestinali o diarrea.Nei soggetti in cui era ritenutonecessario un trattamento,è stato consigliato:il carbone attivo (24 %) dei casi,il NAC(12%), la gastrolusi o la fluidoterapia (10%).
Nel54% dei soggetti (n=22), il paracetamolo era stato assunto da bambini di età inferiore ai 6anni (età media: mesi 29.6±18.7 range 5-72); nei casi in cui era nota la dose assunta (n=10), la dose media era di 63mg/Kg (range 10-200 mg/Kg) e la massima dose riferitadi 10 grammi.I due terzi dei soggetti (n=15) avevano assunto il paracetamolo per via orale ed un terzo per via rettale; il luogo dell’intossicazione è risultato essere sempre l’abitazione. La causa dell’intossicazione era dovuta ad errata somministrazione nel 32% dei casi (n=7) e nel restante 68% era un’autosomministrazione accidentale.
Nel 46% dei casi (n=19), il paziente era di età maggiore di 15 anni(età media: anni 36.2±18.7, range 15-85); nella metà dei soggetti la dose assunta era nota ed era in media di117 mg/Kg (range 60-194 mg/Kg); la massima dose riferita era 12.5grammi.Tutti i soggetti avevano assunto il paracetamolo per via orale. Tutte le intossicazioni erano avvenute in casae nel 42% (n=8) dei casi lasomministrazione risultava essere volontaria a scopo suicidario.
I nostri dati indicano comele intossicazioni da paracetamolo siano frequenti sia in età pediatricasia in età adulta. In età pediatrica risalta come in un terzo dei soggetti l’intossicazione fosse causata da un’errata somministrazione sia per singolo sovradosaggio sia per superamento della posologia giornaliera. In età adulta si evidenzia l’elevata percentualedi soggetti che assumono il farmaco a scopo suicidario, dato di particolare rilevanza poiché il paracetamolo è il principale farmaco utilizzato nei tentativi di suicidio nei paesi anglosassoni (3,4) e negli Stati Uniti (5).
1. Micromedex ® 2.0, Thomson Reuters, 2011
2. Goldfrank’sToxicologicEmergencies, Ninth Edition, McGraw-Hill, 2011
3. Prescott K et al, 2009 Br.uClinPharmacol, 68:260
4. Hawton K et al, 2011, BMC Public Health, 11:460
5. NourjahP et al, 2006, PharmacoepidemiolDrugSaf, 15:398