ABSTRACT
Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria- Istituto Superiore di Sanità- Viale Regina Elena, 299- 00161 Roma - milana@iss.it; emanuela.testai@iss.it
Secondo la Direttiva Europea sulla sicurezza dei giocattoli, i prodotti in commercio in libera pratica devono essere “sicuri”: non devono perciò presentare rischi per il consumatore durante l’uso previsto o prevedibile del prodotto, che, nel caso dei bambini deve tener conto 1) della loro potenziale vulnerabilità intrinseca, dovuta alla immaturità fisiologica di alcuni organi e/o sistemi e al loro sviluppo e 2) del loro comportamento abituale, che comporta scenari di esposizione tipici, tra cui il frequente portarsi alla bocca di oggetti e all’abitudine di succhiare e mordicchiare. L’interazione, attiva o passiva con prodotti non “sicuri” può comportare rischi di vario genere per il bambino: rischio fisico (es. ferite, soffocamento, cadute), rischio elettrico (folgorazioni), rischio da infiammabilità (ustioni), ma soprattutto rischio chimico per esposizione a sostanze con potenziale tossico. Quest’ultimo aspetto è particolarmente rilevante a seguito della globalizzazione delle merci, in quanto sostanze chimiche non utilizzate nella produzione di giocattoli sul territorio Europeo, vengono invece ampiamente utilizzate in altri Paesi importatori. Ne sono un esempio e verranno illustrati i casi del ritardante di fiamma clorurato TCEP, presente in giocattoli a base di gomma piuma in poliuretano, e la presenza di formammide nei tappetini giocattolo multicolore (EVA puzzle). E’ necessario quindi disporre di un sistema di controllo appropriato e poter effettuare una valutazione dei rischi adeguata per un prodotto destinato all’uso da parte di bambini, sulla base del quale decidere se è necessaria una notifica RAPEX, il circuito europeo al quale afferiscono le notifiche di “pericolosità” di prodotti sul mercato europeo. Gli scenari espositivi dei bambini comportano spesso la necessità di disporre di dati di migrazione da parte dei componenti dei giocattoli in esame e di estrazione da parte della saliva, parametri spesso non noti. Inoltre in molti casi si tratta di sostanze per le quali non sono previsti limiti normativi (né in termini di contenuto totale né di migrazione): la segnalazione della loro presenza determina oltre che comprensibile preoccupazione nella opinione pubblica, la necessità da parte della Autorità Competente (in Italia per il rischio chimico il Ministero della Salute) di adottare adeguate misure di protezione per la salute della popolazione esposta. Ciò in attesa di una opportuna valutazione di rischio, come nel caso del ritiro cautelativo di tutti i tappetini Puzzle Eva Matts operato dal Ministero della Salute Italiano (ma anche da Belgio e Francia) per sospetta presenza di formammide.