ABSTRACT
Unipro - Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche
La contraffazione e la violazione dei diritti di proprietà intellettuale rappresenta una minaccia significativa per l’economia nazionale e mondiale, un danno economico e di reputazione per le imprese coinvolte ed un rischio per la salute e la sicurezza dei cittadini/consumatori.
Rispetto ad alcuni decenni fa, la contraffazione ha ormai assunto una dimensione globale e secondo le stime del WTO i beni contraffatti ammontano all’8% del commercio mondiale, per un valore equivalente di circa 250 miliardi di dollari. Si tratta di cifre che tuttavia vanno considerate con grande cautela in quanto si basano principalmente su dati induttivi, relativi ai sequestri ed alle rilevazione delle forze dell’ordine e delle varie agenzie deputate al controllo, da cui sfuggono una larga fetta di scambi commerciali che avvengono a margine del c.d mercato “legittimo”, tra cui i prodotti distribuiti illegalmente via Internet. Stime pubblicate dall’International Chamber of Commerce indicano che entro il 2015 il valore dei prodotti contraffatti commercializzati nel mondo aumenterà di quattro volte rispetto a quanto stimato dal WTO, per un valore di 960 miliardi di dollari.
Nelle specifico dei prodotti cosmetici, i dati pubblicati dalla DG Taxud (Direzione generale Fiscalità ed unione doganale della Commissione europea) e relativi al 2008, indicano che sul totale dei sequestri di merce contraffatta effettuati a livello europeo, il 2,46% riguarda i cosmetici.
In Italia, invece, dove il valore del mercato interno del falso è stimato da Indicam tra i 3,5 e i 7 miliardi di euro nel 2010, i cosmetici rappresentano sicuramente una tra le categorie di prodotti di consumo maggiormente soggette al fenomeno della contraffazione. Dati del Ministero dello Sviluppo Economico e relativi al valore delle merci contraffate sequestrate nel periodo 2008-2010, in un’ipotetica classifica della contraffazione, pongono il cosmetico dopo l’abbigliamento ed i suoi accessori, ma prima di occhiali, orologi e gioielli.
Il business della contraffazione nel settore dei cosmetici, così come in tanti altri settori tra i prodotti di consumo, ha ormai raggiunto livelli di assoluta eccellenza nella capacità di copiare le confezioni ed i marchi, rendendoli difficilmente distinguibili dai prodotti originali presso i punti vendita.
Ne consegue che la lotta a questo fenomeno può e deve essere attuata agendo su più fronti. Le singole imprese possono intervenire con l’attivazione di strumenti tecnologici anticontraffazione e di tracciabilità (dai più semplici ologrammi fino alle tecniche più complesse ed avanzate legate alle tecnologie Rfid) ed attraverso accordi di monitoraggio con l’agenzia delle dogane sulle merci che transitano in dogana . Ma la lotta al fenomeno, oltre ad orientarsi agli interessi “difensivi” del nostro sistema produttivo, dove contemperare anche strumenti deterrenti e di prevenzione. Oltre quindi ad un sistema normativo chiaro, che preveda sistemi sanzionatori efficaci e veramente applicati, occorre creare consapevolezza, conoscenza e cultura del fenomeno tra tutti i portatori di interesse coinvolti (tra i quali anche ed in particolare i cittadini). Per questo l’industria cosmetica, insieme alle altre componenti rappresentative dell’industria chimica italiana, ha messo in atto una serie di collaborazioni e di iniziative con altre istituzioni pubbliche e private per affrontare insieme, in modo coordinato. la lotta di contrasto al fenomeno della contraffazione. Con un’attenzione particolare: qualsiasi attività di comunicazione, sensibilizzazione ed informazione ai cittadini sul fenomeno della contraffazione deve evitare eccessivi allarmismi nell’opinione pubblica, tali da generare timori ed incertezze nel cittadino sulla sua capacità d’acquisto del prodotto originale e sicuro.