ABSTRACT
Unipro - Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche
Il termine “metalli pesanti” è impiegato per indicare il nome di un gruppo di metalli e semi-metalli in riferimento alla loro presenza in tracce in alcuni prodotti ed alle loro caratteristiche potenziali di tossicità ed ecotossicità.
I metalli pesanti si trovano diffusi, in modo più o meno uniforme, in natura e in tutto l’ambiente che ci circonda; sono particolarmente presenti nelle rocce e nella crosta terrestre, così come nelle acque e negli alimenti.
Di conseguenza si ritrovano, talvolta a livelli di tracce infinitesime, nelle materie prime impiegate per la produzione di diversi prodotti di consumo, tra cui i cosmetici.
I prodotti cosmetici sono regolamentati nell’Unione europea dalla Direttiva 76/768/CEE e sue successive modifiche, recepita nell’ordinamento italiano dalla Legge 713/86. Questa direttiva è stata recentemente sostituita dal nuovo Regolamento n. 1223/2009/CE sui prodotti cosmetici, che però vedrà la sua definitiva applicazione nel luglio 2013.
La normativa europea e nazionale sui cosmetici vieta l’impiego dei metalli pesanti (quali piombo, arsenico, mercurio, cromo, cadmio, nichel e loro composti) nei prodotti finiti, ma ne tollera la presenza in tracce a condizione che essa sia tecnicamente inevitabile, che si verifichi nonostante l’osservanza di buone pratiche di fabbricazione e, soprattutto, che il prodotto cosmetico finito risulti sicuro.
La stessa normativa prevede poi alcune limitazioni e prescrizioni precise per alcuni ingredienti, tra i quali i coloranti. Tra queste prescrizioni, per alcuni coloranti è richiesto l’obbligo di rispettare le specifiche di purezza già previste per i coloranti per alimenti. Tra i limiti previsti in specifica, questi coloranti riportano anche il tenore massimo ammesso di metalli pesanti.
Compito del formulatore di prodotti cosmetici è quello di impiegare materie prime le cui caratteristiche chimico-fisiche e le cui specifiche tecniche garantiscano il livello più basso tecnicamente possibile di impurezze di sostanze vietate, tra cui i metalli pesanti. A questo si aggiungerà l’apposita valutazione della sicurezza per la salute umana del prodotto, a cura di un valutatore della sicurezza in possesso dei titoli previsti dalla norma e nominato dal responsabile del prodotto. La valutazione dovrà tenere conto del profilo tossicologico generale degli ingredienti, della struttura chimica degli stessi e del livello di esposizione.
Il valutatore della sicurezza dovrà investigare la tossicità di ciascuna sostanza presente e del prodotto finito, basando questa valutazione anche sulla presenza (o meno) di eventuali impurezze o tracce di sostanze vietate. Nel suo rapporto finale il valutatore della sicurezza dovrà naturalmente giustificare la sicurezza d’uso del prodotto, in considerazione anche dell’eventuale presenza di eventuali impurezze o di tracce tecnicamente inevitabili di sostanze vietate.
Ai fini del controllo, di fondamentale importanza riveste poi la metodica impiegata per la preparazione e l’analisi del campione per la ricerca quali-quantitativa dei metalli pesanti presenti nei prodotti cosmetici finiti, soprattutto laddove si voglia e si debba analizzare la presenza dei metalli nei lori diversi stati di ossidazione, che determinano differenti livelli di pericolo (ad esempio la necessità di differenziare tra cromo III e cromo VI) . Non sono infatti rari i casi in cui i risultati analitici risultano imprecisi per le difficoltà nella preparazione del campione. D’altra parte non sono facilmente prevedibili ed impostabili a priori le condizioni ottimali per l’analisi dei metalli in diverse matrici cosmetiche complesse. Quella della metodica di analisi rimane quindi un problema imprescindibile da affrontare, laddove vi sia l’interesse e la volontà da parte del produttore di cosmetici o del legislatore di definire dei limiti massimi di presenza di metalli pesanti nei cosmetici finiti.